Un coltello non taglia il suo manico
mag 9th, 2010 | Di Federico Stella | Categoria: Politica Internazionaledi Federico Stella
Il discorso di Ahmadinejad tenuto all’Onu, e accolto dal solito sdegno ipocrita di Usa e Europa, ha esposto alcune verità di non facile digeribilità per tutti. Il discorso ha ruotato intorno al fatto che coloro che vogliono passare come i predicatori della non proliferazione nucleare sono, guarda caso, quelli che dispongono del maggior numero di testate. Usa e Israele in testa posseggono un arsenale atomico da far impallidire chiunque e, nonostante ciò, tentano di far passare chi non le possiede come reale pericolo per la sicurezza internazionale. Ma chi sono questi santi predicatori? Sono coloro che le armi atomiche le hanno utilizzate, sono coloro che hanno scatenato le più sanguinose guerre degli ultimi anni, sono coloro che continuano a minacciare bombardamenti nucleari (Israele) contro altri stati. Ci si può fidare di questi predicatori? Secondo il presidente iraniano ovviamente no.
Ora, non interessa entrare nel merito delle reali intenzioni di Ahmadinejad o addentrarsi in altre questioni relative alle ricerche sul nucleare che l’Iran sta portando avanti; bisogna solo cercare di capire se il quadro dipinto dal presidente iraniano corrisponde al vero oppure no.
I predicatori della non proliferazione oltre a disporre di armi nucleari nel proprio territorio, ne posseggono molte altre in altri stati come in Germania, in Olanda, in Giappone e in Italia. Aprendo una parentesi al riguardo, questa situazione dice anche molto sulla reale natura della nostra sovranità nazionale. Un territorio cosparso di bombe atomiche utilizzabili a discrezione di uno stato straniero, può dirsi realmente sovrano? La condizione di vassallaggio dell’Italia, soprattutto sul problema delle testate nucleari, è risaputa: mentre altri stati europei (Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Norvegia) hanno cominciato a richiedere lo smantellamento dell’arsenale nucleare dal vecchio continente, l’Italia, al contrario, non sembra assolutamente intenzionata a perseguire la medesima strada. Non sapendo neanche il numero preciso delle testate presenti in Europa (ci sono stime che ne contano tra le duecento e trecentocinquanta, altre invece cinquecento, di cui una novantina in Italia), pretendere di iniziare un reale processo di disarmo nucleare continentale sembra veramente un percorso quanto mai complesso e tortuoso.
Tornando al discorso pronunciato all’ONU, le principali questioni che il presidente iraniano ha esposto sono le seguenti: 1) la reale natura dei pii predicatori della non proliferazione nucleare; 2) la condizione in cui versano l’AEIA e l’NPT; 3) la distinzione tra armi e tecnologia nucleare; 4) le proposte avanzate sulle future strade da intraprendere in materia.
Per quanto riguarda il primo punto si è già detto qualcosa. Gli Usa sono i primi che, a detta di Ahmadinejad, predicherebbero bene e razzolerebbero male. La storia recente ci presenta una serie interminabile di guerre, aggressioni e minacce fatte dagli Usa, paese che non si è posto alcun problema nell’utilizzare armi atomiche, l’uranio impoverito e altre micidiali armi di distruzione di massa. Israele anche è stato protagonista di aggressioni e di massacri; l’entità sionista è in possesso di un’arsenale atomico impressionante ed è, quindi, una reale minaccia per la stabilità mediorientale e per la stessa sicurezza internazionale.
Le condizioni asimmetriche all’interno dell’AEIA erano già state messe in evidenza a febbraio dalla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Khamenei. In quest’ultimo discorso, Ahmadinejad riprende questa spinosa questione sostenendo che, nonostante i buoni propositi, dal punto di vista pratico “le condizioni più difficili sono state approvate per i paesi che vogliono avere la tecnologia pacifica mentre al contrario non si fa nulla per fermare quei paesi che si procurano la bomba”. L’esatto opposto andrebbe fatto secondo il presidente poiché “dovrebbero essere approvate regole penalizzanti contro coloro che hanno le armi ed invece si dovrebbero aiutare i paesi che vogliono solo il nucleare civile”. Ma forse la verità ancora più fastidiosa pronunciata da Ahmadinejad è questa: “dare poteri extra nell’AEIA ai paesi che possiedono le armi nucleari ed affidare a loro pure il disarmo è un metodo adeguato? Pretendere che questi paesi si disarmino con le loro stesse mani pare un qualcosa di irragionevole, specialmente perchè questi paesi considerano le bombe atomiche motivo della propria superiorità”. Come dare torto a queste osservazioni? Quanto detto da Ahmedinejad è una verità non digeribile dagli Usa, soprattutto in vista della loro pretesa di mettersi alla guida del riesame del NPT. Tutto ciò appare chiaramente ridicolo.
Il terzo punto è anch’esso di primaria importanza. A prescindere da qualsiasi considerazione sulla tecnologia nucleare in sè e sulle reali intenzioni dell’Iran in materia, non si deve creare confusione tra le armi nucleari e la tecnologia. Secondo Ahmadinejad vi sarebbe, infatti, da parte dei paesi in possesso di armi nucleari, la tendenza a presentare tecnologia e armi come se fossero la stessa cosa; ciò sarebbe fatto per mantenere il monopolio sulla tecnologia nucleare, potendo così usufruire esclusivamente loro dei vantaggi che da essa ricavano.
L’ultimo punto riguarda le varie proposte esposte da Ahmadinejad. Le più interessanti sono: la riforma dell’ NPT e la sua trasformazione in DNPT (trattato di disarmo e non proliferazione nucleare); la costituzione di un comitato internazionale che metta in atto l’articolo sei della costituzione dell’AEIA, e che si occupi, quindi, di sorvegliare e ispezionare gli stati e i processi di disarmo; l’espulsione dall’AEIA degli stati che usino o che minaccino di utilizzare le armi atomiche; la messa in atto della risoluzione della conferenza del 1995 sulla Free Nuclear Zone in medioriente; il ritiro delle armi nucleari statunitensi dai territori stranieri (tra cui l’Italia); la ristrutturazione del Consiglio di Sicurezza che, per come è organizzato ora, penderebbe a favore dei paesi in possesso delle armi nucleari.
Il disarmo nucleare globale è il fine ultimo su cui puntare secondo il presidente iraniano. Quanto è stato detto da Ahmadinejad sono verità scomode che pesano agli Usa, a Israele e all’Europa, i quali rifiutando di ascoltare il discorso hanno dimostrato per l’ennesima volta quali sono le loro reali prospettive politiche.
D’altronde, “pretendere che a garantire la pace e la sicurezza siano i più grandi produttori e venditori di armi al mondo è davvero ingenuo”. Come dice un proverbio persiano citato da Ahmadinejad, “un coltello non taglia il suo manico”.
E’ talmente lampante e sfacciata l’ipocrisia dei paesi occidentali sul tema in questione che è davvero stupefacente il fatto che la cosiddetta opinione pubblica non ne rimanga scandalizzata e continui a subire le vessazioni ideologiche della propaganda.