LA VOCE DELLA RESISTENZA
mar 6th, 2024 | Di Thomas Munzner | Categoria: Politica InternazionaleSionisti,
Palestina febbraio 2024, luogo volutamente imprecisato… Inizio così il mio resoconto riguardante l’incontro avuto con due membri di spicco appartenenti rispettivamente al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e di Hamas. Questo è il quadro che mi viene fornito da entrambi: l’attuale aggressione dell’invasore ed occupante nazi-sionista, non ha inizio dopo il 7 ottobre 2023, bensì circa 80 anni fa e negli ultimi 2 anni passati c’è stata una forte accelerazione della violenza da parte dell’occupante. Il 7 ottobre è stato solo un passaggio, una piccola risposta alle atrocità commesse dai nazi-sionisti, i quali, guidati da Netanyahu, hanno intensificato gli attacchi contro i palestinesi, con continue spoliazioni ed espropri di case e di terreni. Dei cosiddetti “accordi di Oslo” (già all’epoca una vera e propria truffa per il popolo palestinese) non rimane nulla! La colonizzazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza continua a marce forzate: la devastazione ed il genocidio di quasi 30 mila palestinesi portati avanti dai nazi-sionisti a Gaza e le continue incursioni nella Cisgiordania ne sono la prova provata! Gli arresti dei palestinesi sono aumentati a dismisura: sono ormai circa 10 mila i palestinesi detenuti nelle carceri del nemico, privati di ogni diritto umano e legale. Di migliaia di loro non si sa più nulla da agosto 2023, i pochi legali che sono stati ammessi ad incontrare alcuni prigionieri hanno riportato di continui abusi e torture, di privazioni di cibo e di vestiario, della possibilità di farsi una doccia (fredda) solo 1 volta ogni 3 settimane. Ci sono poi, quelli che in occidente vengono chiamati “arresti preventivi” e se ne contano oltre 2300 fra cui donne, minori e anziani. Mentre Gaza e il territorio circostante sono sotto il costante fuoco di aerei, artiglieria terrestre e navale, il territorio della Cisgiordania è divenuto una vera e propria trappola per il popolo palestinese: i collegamenti fra le varie città sono divenuti molto difficili a causa del moltiplicarsi dei checkpoint nazi-sionisti e della volubilità con i quali essi decidono di aprirli o di chiuderli a proprio piacimento, che comporta attese di anche 5 o 6 ore per passare un posto di blocco del nemico. La Resistenza Palestinese, nonostante le diversità delle varie componenti (Hamas,FPLP, Jihad Islamica,FDLP e FPLP-CG) agiscono spalla a spalla, nella massima collaborazione reciproca sia a Gaza che in Cisgiordania, tanto è vero che nonostante l’inferno di fuoco, scatenato dai nazi-sionisti, l’intero apparato militare della Resistenza è rimasto immutato. I nazi-sionisti sono così disperati, che stanno tentando, senza successo di mettere i prigionieri palestinesi (appartenenti alle varie fazioni politiche) gli uni contro gli altri, Tanto per far capire, quanto l’occidente terrorista e complice sia in malafede, basterebbe riportare la frase ben scandita sia dal membro di Hamas e confermata dal FPLP: “non c’è nessuna differenza fra i palestinesi cristiani e i palestinesi musulmani, tutti sono ben accetti nella lotta di liberazione patriottica. A Gaza come in Cisgiordania ci sono luoghi ove le moschee sorgono accanto alle chiese.” Continuando sulla disamina dell’atteggiamento dell’occidente nei confronti del popolo palestinese, entrambe le organizzazioni affermano che i popoli europei sono al fianco del popolo palestinese, ma sono i governi occidentali che sono filo sionisti, tant’è che appoggiano il disegno sionista: l’espulsione dei palestinesi di Gaza darebbe il via alla costruzione di un nuovo canale marittimo che andrebbe a sostituire il canale di Suez e in più i sionisti metterebbero le mani sulle enormi quantità di gas che giace nelle profondità delle acque di fronte alle coste dell’attuale Striscia di Gaza. I nazi-sionisti stanno portando avanti oggi 2 guerre parallele (Gaza e Cisgiordania) con metodi diversi, ma con lo stesso obiettivo: l’occupazione dell’intera Palestina e l’espulsione o l’uccisione di più palestinesi possibile. Non si deve dimenticare che il disegno sionista vuole i propri confini dal Nilo all’Eufrate! L’unità della Resistenza Palestinese, la sua determinazione e la sua volontà, assieme all’appoggio di tutto il Popolo Palestinese, si stanno dimostrando efficaci nell’opporsi al disegno nazi-sionista, nonostante questo riceva aiuti militari ed economici, in primis dal suo maggiore sponsor, l’imperialismo a stelle e strisce. Il dialogo con gli esponenti della Resistenza continua, sfatando la narrativa occidentale che vuole far passare le fazioni della suddetta come “terroristi antidemocratici”: tutte le fazioni chiedono in primis la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi ed in cima alla lista ci sono Ahmad Sa’dat (Segretario del FPLP in carcere dal 2002), Marwan Barghuthi (Comandante dei Tanzim-Al Fatah) e Abdullah Barghouti (Comandante delle Brigate Al Qassam-Hamas in Cisgiordania). La liberazione degli esponenti politici e militari palestinesi vuole essere un punto di partenza basilare per porre fine alla corrotta e svenduta presidenza di Abu Mazen, il collaborazionista dei sionisti, il Quisling della Palestina. Dopo le uniche elezioni che si sono svolte nel 2006, in Cisgiordania le fazioni islamiste sono quasi messe al bando e spesso e volentieri i pretoriani di Abu Mazen cercano di catturare membri di Hamas o di eliminarli (dopo un paio di giorni da questa intervista c’è stato un forte scontro a fuoco fra militanti di Hamas e i pretoriani di Abu Mazen a Jenin). Il popolo palestinese odia il Quisling locale quasi quanto l’invasore nazi sionista, in quanto ha portato la corruzione e il mercimonio a tutti i livelli, però ha paura dei suoi scagnozzi, pronti a difendere i privilegi acquisiti a qualunque costo…come dire al peggio non c’è mai fine. L’intervista non poteva non avere una domanda riguardante il ruolo di Hezbollah: la Resistenza Palestinese dichiara la piena autonomia ma c’è unità di intenti con Hezbollah, in primo luogo la fine della colonizzazione nazi-sionista e la liberazione dell’intera Palestina. Umilmente ho chiesto in conclusione, quale modesto aiuto possiamo dare noi italiani ed europei alla Resistenza Palestinese: innanzitutto mi hanno ringraziato per la presenza “sul campo” e la solidarietà, e poi hanno chiesto solo una cosa, la creazione di un vasto e grande movimento di opposizione al genocidio in atto a Gaza, sia in Italia che negli altri paesi europei, così da far pressione sui rispettivi governi per porre fine all’appoggio incondizionato al regime nazi-sionista. Questa è la Voce della Resistenza, la voce di chi nonostante il sangue versato ed i lutti subiti non si vuol piegare di fronte ad un nemico pesantemente armato e portatore di odio e razzismo. Molti potranno dire che le dichiarazioni qui riportate sono fandonie, ma a costoro rispondo solo: “Andate in Palestina e guardate con i vostri occhi, io l’ho fatto ora come durante la Seconda Intifada!”
Emanuele Fanesi, attivista internazionale ed esperto in geopolitica
Comunismo e Comunità