L’Uno che si nasconde dietro i Molti

apr 16th, 2010 | Di | Categoria: Cultura e società

Il Multirazziale, il Multireligioso, il Multietnico, il Multinazionale, il Multiculturale.

Lo scenario di un inganno.

di Costanzo Preve

girotondo1. Introduzione. I “molti” che nascondono l’ “Uno”. La realtà confezionata dalle oligarchie a misura dello sradicamento degli intellettuali.

2. La società multirazziale. Genesi classista e proprietaria dell’ideologia razzista ed unità filosofica del genere umano.

3. La società multireligiosa. Considerazioni sul rapporto fra religione ed identità comunitaria, sul laicismo e sull’ateismo contemporaneo.

4. La società multietnica. Etnia, nazione ed etnogenesi storica delle nazioni.

5. La società multinazionale. Nazione, presunte “comunità immaginarie”, valore culturale, politico e geopolitico delle nazioni oggi.

6. La società multiculturale. Realtà quotidiana ed individuale, positivo incontro fra culture, ruolo inestimabile della conoscenza culturale reciproca, funzione negativa dell’ideologia del multiculturalismo.

7. Conclusioni. La necessità di acquisire un meditato punto di vista individuale al di là delle manipolazioni del ceto politico, del ceto mediatico e del clero intellettuale universitario.

Continua qui: L’Uno che si nasconde dietro i Molti.

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2 commenti
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  1. Ottimo scritto, esauriente e articolato.

    L’ideologia del multiculturalismo è la base contraddittoria, ma essenziale, della dittatura del pensiero unico capitalistico e liberale, dunque è in verità la base dell’imposizione di un’unica cultura. Una cultura peculiare che per sua natura permette la libera espressione puramente formale di molteplici culture.

  2. Gentile Costanzo Preve,
    ancora una volta trovo importanti stimoli nel suo scritto. A questo proposito, se avesse mai la possibilità di leggere questo commento, sarei molto curioso di sapere che cosa ne pensa di quanto detto nel 1974 da un gesuita francese M. De Certeau, recentemente tradotto e pubblicato in italiano (Edizioni Effatà; Cristianesimo in frantumi). Le cito soltanto una delle sue frasi:
    “Dal punto di vista culturale, il cristianesimo sembra indissociabile dalla civilizzazione occidentale. La storia ha inscritto nella nostra cultura una maniera di pensare e di vivere strutturalmente relativa ad una alterità mancante e necessaria. Il limite posto da uno spazio straniero e il suo superamento: ecco un indice costante dell’espansionismo, politico e scientifico occidentale, che si sviluppa nella continuità dell’evangelizzazione cristiana. Che una posizione faccia del propri altro la condizione di una valorizzazione, penso sia tipicamente occidentale. Nell’esperienza personale, nazionale, sociale, storica e fino al rapporto con il terzo mondo, l’altro è il postulato di una conquista” .
    Non c’è lo spazio per argomentare oltre, ma mi pare che De Certeau ponesse un tema per me nuovo: la condivisione tra cristianesimo e modernità di una base comune, che lui però identifica nella relazione con l’alterità e nella necessità dell’alterità. Da questo punto di vista De Certeau accetta l’idea per cui il cristianesimo non è che un pezzo dell’immenso puzzle della storia umana. E’ quindi credibile che la religione dell’Uno, come dice lei, abbia ampiamente sostituito il cristianesimo. Non mi convince però il suo riferimento al vitello d’oro. Se fosse vero quanto ipotizza De Certeau, non è forse una contraddizione interna alla modernità quella di postulare la necessità dell’altro e poi contemporaneamente negarla riducendo l’altro a merce? romano.calvo@libero.it

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