Coscienza felice e coscienza infelice nel pensiero di Herbert Marcuse
apr 16th, 2010 | Di Rodolfo Monacelli | Categoria: Teoria e criticadi Rodolfo Monacelli
Herbert Marcuse è un autore che a un giovane di oggi probabilmente non dirà nulla. Egli è stato però uno dei principali ispiratori e protagonisti della cosiddetta rivoluzione del ’68 anche se in molti casi il suo pensiero sarà frainteso e stravolto. Lo stesso Marcuse, infatti, durante un’intervista del 28 novembre 1972 affermerà: ‹‹Hanno preteso che fossi il padre dello spontaneismo. Sono stato accusato di vedere nel sottoproletariato e negli studenti le forze rivoluzionarie. Non è vero. Oggi più che mai sono convinto della necessità di un’avanguardia capace di sviluppare coscienza nelle masse. Il soggettivismo rivoluzionario è indispensabile… non credo che le masse siano rivoluzionarie di per sé, per la rivoluzione è necessaria una teoria, un progetto alternativo, e questi non sono dati automatici della classe››.
Proprio perché oramai fuori da quella temperie culturale e politica ci pare importante riprendere a studiarne e analizzarne il suo pensiero, la cui analisi non può però essere ovviamente approfondita in un solo articolo.
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