“Quando si spara, si spara, non si parla” cit.Tuco
nov 12th, 2022 | Di Thomas Munzner | Categoria: Politica Internazionale
“QUANDO SI SPARA, SI SPARA, NON SI PARLA” cit.Tuco
Il 24 febbraio 2022 iniziava l’Operazione Speciale russa in Ucraina a difesa delle regioni russofone del Donbass, sotto attacco militare dal golpe Euromaidan del 2004. 8 anni, in cui i valorosi combattenti di Donentsk e Lughansk hanno resistito pur essendo militarmente inferiori rispetto all’ufficiale esercito ucraino e ai battaglioni paramilitari di ispirazione neonazista come quello di Azov. 8 anni in cui il tanto decantato “democratico” occidente ha chiuso gli occhi e tappato le orecchie non vedendo il sangue degli eccidi ucraini e non sentendo il grido di dolore sollevato dalle popolazioni russofone del Donbass. Gli accordi di Minsk stipulati in quegli anni sono stati soltanto un pannicello caldo, subito poi sconfessato dalle continue violazioni di Kiev. Oggi dopo circa 10 mesi dall’inizio dell’Operazione Speciale russa, dalla quale molti in occidente speravano di vedere, oltre che la fine del regime neonazista ucraino anche la fine della Nato, invece ne esce un quadro assurdo, che mai ci saremmo aspettati di vedere. Voglio ricordare, che noi di Comunismo e Comunità siamo stati fra i primi ad inviare una lettera di sostegno e di appoggio all’Ambasciata Russa in Italia, proprio perché riconosciamo nella Russia la punta di diamante di un fronte anti Nato e dunque anti americano. Detto ciò, torniamo ad oggi. Pur continuando a sostenere la Russia ed il suo Presidente, come del resto hanno fatto fin dalle prime ore del 24 febbraio 2022, i compagni del Partito Comunista della Federazione Russa di Zyuganov, non possiamo non esimerci dall’esprimere il nostro dissenso sulla strategia fin qui adottata dai comandi russi. La Russia ha fatto sempre della politica di potenza il proprio vanto: un esercito, che fin dai tempi di Stalin, è riuscito a dimostrare sul campo di battaglia il proprio valore, condotto alla Vittoria da Generali come il Maresciallo Zukov. Oggi, nonostante l’esercito russo, almeno sulla carta, sia il secondo esercito più forte al mondo, dopo quello cinese, non riusciamo a cogliere i fini di queste avanzate e ritirate sui vari fronti (da Kiev a Izyum, passando per ultimo da Kherson). Con tutto il rispetto e l’onore che merita, riteniamo che, o la Russia di Putin stia giocando a fare la guerra, oppure che le sue Forze Armate non sono forti come si vuol far credere: questa strategia, a nostro umile avviso, sta costando centinaia di morti alle forze russe, dimostrando al mondo intero che la Russia non è poi così invincibile, come si vuole far credere. I generali della Nato, fino a qualche anno fa temevano che una potenziale invasione russa, avrebbe visto la comparsa a Parigi, dei carri con la Stella Rossa in due settimane! Sul terreno ucraino, vediamo, dopo le iniziali offensive, solo delle ritirate che servono solo a rinforzare il nemico ucraino, e i suoi sostenitori statunitensi ed europei. Nonostante l’occidente abbia violato le numerose “linee rosse” che il Cremlino, aveva già detto che non dovevano essere superate (una su tutte l’attacco al ponte di Crimea), le reazioni russe sono state di una portata molto limitata, nonostante siano state chiari le implicazioni di gruppi di sabotatori anglo-americani (anche per quanto riguarda i sabotaggi del Nord Stream 1 e 2) C’è anche da sottolineare che nonostante le forze russe abbiano preso di mira, fin dai primi giorni, le strutture aeroportuali, in maniera tale da porre fine all’esigua aviazione ucraina, tutt’ora ogni tanto viene abbattuto qualche caccia o elicottero di Kiev, per non parlare delle incursioni di elicotteri d’attacco giallo/blu in pieno territorio russo. Ma le forze aeree ucraine sono ancora in grado di tali operazioni? Ma come è possibile che abbiano avuto rifornimenti di mezzi aerei, se la Nato aveva escluso tale ipotesi? Ma come è possibile che continuino ad affluire tank, mezzi corazzati, lanciamissili Himars/MLRS, mercenari? Ma come è possibile che non siano stati presi di mira tutti i ponti sul fiume Dniepr e tagliato qualunque asse stradale/ferroviario affinché non arrivassero più nessun tipo di rifornimento dall’Ucraina occidentale a quella orientale? Potremmo continuare ancora con queste domande, non credo troveranno presto delle risposte…ma ci vogliamo fermare qui. Non dimentichiamo però che la “guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”! Questo, che noi consideriamo un assioma, è un fondamento di ogni Stato, ma non vorremmo che la dirigenza russa abbia mal interpretato tale concetto e stia facendo sia la politica che la guerra: ciò a nostro avviso non solo non porta ai risultati sperati, ma spesso si ritorce contro. La guerra è una cosa seria, e si deve portarla innanzi con tutti i mezzi a propria disposizione fino all’abbattimento del nemico. Non ci stiamo a vedere un esercito come quello russo, capace dell’impossibile, fare una figura inidonea alla sua fama, solo per “giochi di potere” di qualche oligarca liberale, che magari è anche doppiogiochista! Non ci stiamo a vedere il Popolo Russo soccombere a quattro straccioni neonazisti foraggiati dall’imperialismo occidentale! Non ci stiamo a vedere una potenza, come la Russia, ridotta a brandelli dal capitalismo occidentale portatore di dis-valori! Noi continueremo a sostenere la Russia, le sue Forze Armate e il suo sforzo bellico, ed ovviamente le formazioni di volontari delle regioni russofone, ma ci aspettiamo vivamente che la dirigenza russa cambi passo e, pur continuando ad usare armi convenzionali, liberi totalmente l’Ucraina dalla dirigenza neonazista e dall’occupazione occidentale. Ci auspichiamo inoltre che in Europa, siano sempre più le voci dei popoli che si scaglino contro la Nato e l’apparato bancario di Bruxelles, sia esprimendo totale solidarietà all’azione russa sia condannando le sanzioni dettate dall’occidente che colpiscono solo i popoli europei.
Viva La Russia! Viva le Forze Armate russe! Viva le Forze armate del Donbass!
Emanuele Fanesi