La “sinistra aziendale” consegna Assange agli USA
apr 26th, 2022 | Di Thomas Munzner | Categoria: Dibattito Politico
La “sinistra aziendale” consegna Assange agli USA
Stefano Zecchinelli
Gli ‘’stati profondi’’ inglese e statunitense hanno avviato le ultime procedure per l’estradizione del giornalista Julian Assange negli Stati Uniti (poche settimane dopo il matrimonio, avvenuto in carcere, con la compagna Stella Morris 1), dove il fondatore di Wikileaks verrebbe condannato a 175 anni di carcere. L’indifferenza della “sinistra progressista’’ nei confronti delle sorti di Assange è sintomatica rispetto all’impotenza dell’ideologia post-modernista davanti alla costruzione d’una nuova Architettura di potere: accettando la dottrina sulla ‘’fine della storia’’, la lobby progressista è diventata la massima espressione del neoconservatorismo statunitense, una ideologia bislacca che contempla la distruzione di una porzione del pianeta.
La sinistra, nell’ultimo decennio, non si è limitata ad abbracciare il neoconservatorismo repubblicano, raccogliendo in Occidente l’eredità di Ronald Reagan e George Bush, ma ha rilanciato la dottrina della ‘’guerra perpetua’’ utilizzando la protesi ideologica dell’antifascismo americanista: le nazioni esterne al mondo globalizzato, nell’immaginario dell’Elite aziendale, vengono considerate ‘’dittature’’, mentre il diritto all’autodeterminazione dei popoli vale soltanto per il separatismo etnico. In ordine, la sinistra ‘’progressista’’ ha appoggiato i tagliagole dell’UCK in Kosovo, Al Qaeda in Libia e in Siria, il separatismo anticomunista curdo ed il nazionalismo-cattolico ucraino: la “sinistra” del Pentagono ha sostituito dolosamente il diritto all’autodecisione con la dissezione neocoloniale, gettando nella ‘’guerra senza fine’’ intere aeree geografiche all’esterno del mondo globalizzato.
La lobby progressista ha stravolto la realtà fattuale, svuotando le categorie di Collaborazionisti e Resistenti:
- La lotta di autodeterminazione del popolo palestinese è stata sostituita col sostegno al separatismo etnico curdo, nonostante ciò i palestinesi resistono eroicamente all’imperialismo israeliano, mentre i nazionalisti curdi sono diventati una pedina del Pentagono contro il patriottismo-socialista siriano.
- Rinunciando a denunciare i crimini della NATO, la sinistra ‘’progressista’’ considera l’’’imperialismo russo ‘’ il nemico principale: la realtà fattuale è contrapposta a quella politica e mediatica. Attaccando la Federazione Russa, che non è una potenza imperialista, la “sinistra aziendale” non fa altro che sbandierare la propria subordinazione agli interessi del Pentagono.
I palestinesi sono Resistenti; i curdi collaborano di fatto con gli USA. Per decenni i neoconservatori repubblicani hanno vigliaccamente riempito di letame i sostenitori della (legittima) causa palestinese; nel 2022, neoconservatori repubblicani e democratici promuovono l’antisemitismo reale del regime ucraina, ridacchiando dinanzi la Notte dei Cristalli del ventunesimo secolo: la strage di Odessa. Incapace di fare i conti con la propria storia neocoloniale, lo Stato israeliano si è riappacificato con i suoi nemici storici, nazifascismo ed antisemitismo, rifornendo Kiev di bande armate mercenarie. Kiev, la capitale dell’antisemitismo mondiale è sostenuta dallo Stato ‘’per soli ebrei’’.
Lenin e Rosa Luxemburg: una polemica ancora attuale
Polemizzando con Lenin, Rosa Luxemburg sostenne che il sostegno al diritto di autodecisione delle nazioni dovesse essere subordinato alla natura politica di queste ultime: Lenin ritenne che questo diritto dovesse essere incondizionato rispetto agli orientamenti politici. Il giornalista Max Parry ha citato il saggio della Luxemburg, La rivoluzione russa (1918), in aperta polemica coi bolscevichi:
“I bolscevichi sono in parte responsabili del fatto che la sconfitta militare si è trasformata nel crollo della Russia. Inoltre, gli stessi bolscevichi hanno in larga misura acuito le difficoltà oggettive di questa situazione con uno slogan che hanno messo avanti nelle loro politiche: il cosiddetto diritto all’autodeterminazione dei popoli, o qualcosa implicita in questa parola d’ordine: la disintegrazione della Russia… Si viene immediatamente colpiti dall’ostinazione e rigida coerenza con cui Lenin e compagni si attennero a questa parola d’ordine, una parola d’ordine in netta contraddizione col loro altrimenti schietto centralismo in politica, nonché coll’atteggiamento che assunsero nei confronti di altri principi democratici. Sebbene mostrassero freddo disprezzo per l’Assemblea Costituente, il suffragio universale, libertà di stampa e di riunione, in breve, per l’intero apparato delle libertà democratiche fondamentali del popolo che, nel complesso, costituiva il “diritto all’autodeterminazione” nella Russia, hanno trattato il diritto all’autodeterminazione dei popoli come gioiello della politica democratica per cui tutte le considerazioni pratiche di vera critica dovevano essere placate” 2
La rivoluzionaria ebrea naturalizzata tedesca coglie un aspetto fondamentale dell’imperialismo del ventunesimo secolo: gli Stati Uniti armando il nazionalismo-cattolico banderista hanno sovrapposto la dissezione neocoloniale al diritto d’autodecisione dei popoli.
In queste ora, c’è giunta la notizia che la sinistra aziendale spagnola ha consegnato il Sahara occidentale alla monarchia marocchina 3. L’attuale governo spagnolo, presentato come ‘’progressista’’, è un comitato d’affari dei burattini della NATO: le relazioni imperialiste fra Spagna e Marocco rendono impossibile qualsiasi pace duratura, del resto Madrid e Rabat rispondono alle medesime fazioni del capitalismo Anglo-Sionista transnazionale. Il diritto d’autodecisione delle nazioni: una ideologia per le etnie ‘’benedette’’ da Washington.
Le previsioni di Rosa Luxemburg e l’abilità militare con cui Trotsky stroncò, sul nascere, il terrorismo ‘’libertario’’ di Mahkno (anarchico ucraino protagonista d’orrendi pogrom antisemitici) aiutano a comprendere la natura politica dell’Operazione Z: seppur lanciata da un ‘’governo interclassista’’, l’ “operazione speciale” russa (per il generale Fabio Mini, Operazione ‘’ad obiettivi limitati’’) ha una prospettiva antimperialista: dalla sua riuscita dipendono gli equilibri strategici mondiali.
https://scheerpost.com/2022/03/25/chris-hedges-the-marriage-of-julian-assange/
http://aurorasito.altervista.org/?p=24246
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