Rosa Luxemburg e la sinistra

dic 30th, 2021 | Di | Categoria: Cultura e società

r311

 

Rosa Luxemburg e la sinistra

di Salvatore Bravo

 

Destra e Sinistra

La differenza tra destra e sinistra di governo si assottiglia fino a renderle perfettamente speculare, per cui la sinistra annaspa e si lascia strumentalizzare dalla destra in una pericolosa e complice relazione biunivoca. Porre il problema della differenza significa rendere palese la paralisi programmatica e politica, ed il congelamento nella storia attuale. La sinistra è flatus vocis, siamo in pieno nominalismo, la sinistra di governo risponde alla funzione del capitale, anzi lo blandisce, non è solo dimentica di sé, si lascia colonizzare, diviene parte attivo del dispositivo anonimo del capitalismo assoluto.

La presenza puramente formale della sinistra, nella storia occidentale attuale, ha la sua causa “principale-immediata” nella caduta del muro di Berlino (1989), dopo la caduta dei paesi a socialismo reale non vi è stato che un lungo frammentarsi per adattarsi al capitale, per rendersi visibile e spendibile sul mercato del voto. La sconfitta storica ha palesato un’altra verità: il progressivo emergere del nichilismo economicistico delle sinistre. La sconfitta è l’effetto della verità profonda della sinistra, ovvero il progressivo svuotarsi di un progetto, dell’umanesimo per un accomodarsi curvato sull’economia della sola quantità, per cui l’avanzamento della cultura liberista ha trovato un mondo simbolico già disposto all’economicismo, al verticismo del potere, all’antiumanesimo. Il capitalismo di stato dei paesi a socialismo reale non è stato antitetico, ma competitivo al capitalismo liberista, le destre del capitale sono avanzate su un terreno già arato, pronto a prediligere la quantità sulla qualità, la propaganda all’attività soggettiva consapevole.

Non tutta l’esperienza è stata nefasta, ma il “tradimento culturale” rispetto ai grandi propositi teoretici ed ideologici ha indotto gli elettori a scegliere l’autentico (capitalismo liberista) rispetto all’imitazione (capitalismo di stato).

Per poter riaffermare la differenza tra destra e sinistra mediata dalla condizione storica attuale, non è sufficiente affermare che destra e sinistra sono categorie vetuste, dovrebbero essere riformulate con nuovi contenuti, è necessario l’esodo dagli steccati ideologici. Ricostruire le posizioni ideologiche è operazione lenta e faticosa nella quale lo strato teoretico incontra la prassi.

La sinistra ha il dovere di studiare la propria storia per organizzare la prassi della resistenza e dell’attacco progettuale, ciò non può che avvenire fuori dai contesti accademici, poiché essi sono schierati con i “principi” del capitale.

 

Riapprossimarsi a Marx

Rosa Luxemburg (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919), insegna che nei momenti difficili, di ribaltamento delle posizioni bisogna tornare alla fonte per poter leggere fortemente il presente con categorie e concetti capaci di filtrare la verità storica. Gli errori del passato non devono essere rimossi, ma vissuti ad occhi aperti. Dinanzi a chi votò i crediti di guerra la Luxemburg non ha dubbi, ritornare a Marx, non per idolatrare, ma per avere la chiarezza delle fondamenta per distinguere la destra dalla sinistraIl marxismo ufficiale doveva servire da copertura per ogni calcolo meschino, per ogni deviazione dalla vera lotta di classe rivoluzionaria, per ogni mediocrità che condannava la socialdemocrazia tedesca e in generale il movimento operaio, anche sindacale, a deperire nella cornice e sul terreno della società capitalistica, senza alcun serio sforzo per scuoterla e scardinarla. Ora, compagni, viviamo oggi il momento in cui possiamo dire: siamo di nuovo con Marx, sotto la sua bandiera. Se oggi noi dichiariamo nel nostro programma: il compito immediato del proletariato non è altro – riassunto in poche parole che fare del socialismo verità e realtà e sradicare completamente il capitalismo, noi ci mettiamo sul terreno su cui stavano Marx ed Engels nel 1848 e dal quale essi non si scostarono mai in linea di principio. Adesso si vede che cos’è il marxismo vero e che cosa era questo surrogato del marxismo (benissimo!) che per tanto tempo si pavoneggiò come marxismo ufficiale nella socialdemocrazia tedesca”.1

Contro il pavoneggiarsi dei facitori di parole, delle gerarchie di partito che ritagliano con la burocrazia la gestione delle idee e delle persone, la Luxemburg rilegge Marx, per formulare un progetto forte.

Sinistra sostanziale non è dittatura del presente, ma varco nel presente al fine di capire lo stato in cui si è, attraverso il varco storico si riattivano categorie interpretative per scorgere l’orizzonte verso cui tendere. Marx non è un semplice classico, le categorie interpretative marxiane strutturano un’appartenenza teleologica non dogmatica, ma critica. L’approssimarsi a Marx non è elemento secondario, ma primario, altrimenti non vi è sinistra, ma semplice flatus vocis, emissione verbale di voce senza contenuto. La dittatura del presente è il miglior successo del capitalismo assoluto, si fonda sul tramonto della storia. La Sinistra sostanziale, non di governo, è sinistra, in quanto è radicata in una storia plurale, che ha radici profonde senza le quali è esposta all’uso ideologico del presente, a rivendicare i soli diritti individuali e l’individualizzazione che passa attraverso il consumo smodato per molti, ma non per tutti. La società liquida e nichilistica diviene la passione fredda e calcolante delle sinistre che si avvicendano, perché nulla cambi.

 

La cultura “a sinistra”

La Sinistra sostanziale è cultura, consapevolezza sociale, poiché utilizza categoria di pensiero capaci di interpretare i fenomeni sociali nella loro verità storica e temporale. Il capitalismo è rivoluzionario-reazionario, in quanto abbatte i limiti geografici come etici, dato che necessita di mercati sempre più ampi, fino a guerreggiare in ogni parte del mondo globale2:

” Gli Stati Uniti del Nord america e la Germania, l’Italia e gli Stati balcanici, la Russia e la Polonia, devono tutti alle guerre, fossero esse vittoriose o no, le premesse o l’impulso alla evoluzione capitalistica. Finché esistettero paesi, di cui bisognava superare il frazionamento interno o l’isolamento di un’economia naturale, anche il militarismo ebbe una funzione rivoluzionaria in senso capitalistico. Ma oggi anche in questo campo le cose stanno diversamente. Se la politica mondiale è divenuta teatro di minacciosi conflitti, non si tratta tanto dell’apertura di nuovi paesi per il capitalismo, quanto di antagonismi europei già esistenti che si sono trapiantati nelle altre parti dei mondo e là portano alla rottura. Quelli che marciano oggi l’un contro l’altro con le armi in pugno – è indifferente se in Europa o in altre parti del mondo – non sono paesi capitalistici da una parte e paesi a economia naturale dall’altra, bensì Stati che vengono spinti al conflitto proprio dall’omogeneità dei loro alto sviluppo capitalistico. Naturalmente se scoppia un conflitto in queste circostanze, esso non può non avere conseguenze fatali proprio per questo sviluppo, in quanto porterà al più profondo sovvertimento e rivolgimento della vita economica in tutti i paesi capitalistici”.

In L’accumulazione del capitale Rosa Luxemburg conclude che il capitalismo si avvia verso un’epoca di catastrofi, poiché il mercato incontra il limite nella sua espansione. La Luxemburg utilizza la categoria della catastrofe e di limite per analizzare l’imperialismo del capitale a livello globale: categorie valide oggi più di prima, la globalizzazione è già catastrofe, viviamo il periodo della catastrofe umana, ambientale, sociale ed economica. La catastrofe è guidata dall’economicismo, dall’integralismo economico che abbatte ogni limite, in assenza di risposte politiche e collettive aumentano in modo esponenziale gli effetti delle catastrofi: l’hotel abisso è tra di noi. Il capitalismo assoluto non occupa solo le terre, gli stati nazioni abbattendoli, ma specialmente utilizza le tecnologie e le scienze per penetrare nelle coscienze, per colonizzarle ed ottenere una nuova rivoluzione antropologica: il consumatore reificato. Tale nuovo biomercato è la novità assoluta del capitale contemporaneo rispetto al quale la sinistra tace.

Senza categorie per decodificare il presente non vi è futuro come passato. La categoria unica del presente è l’azienda cellula infeconda dell’atomismo sociale e madre di tutte le catastrofi. Si è passati dall’individualismo all’azienda, il balzo effettuato è la disumanizzazione, la sostituzione dell’individua astratto con l’impersonale calcolo economico. E’ il feticismo dell’azienda, nuovo modello culturale e pedagogico: i devoti dell’azienda non pensano, ma calcolano secondo i dettami della finanza. In questi giorni si è proposto di introdurre l’educazione finanziaria ed economica obbligatoria già alle scuole elementari (Il Ddl è stato presentato nel parlamento italiano il 26 Giugno 2019)

La sinistra è stata sinistra della cultura, oggi è sinistra della propaganda, della finanza confina l’azione all’interno dei perimetri prestabiliti dalla nomenclatura del capitale.

Le istituzioni scolastiche, le accademie, le università divengono “aziende” dove si insegnano i principi del capitalismo acquisitivo.

Se la sinistra è stata motore di progresso sociale e civile, ciò è dovuto alle categorie interpretative e metodologiche che hanno permesso con “la scuola del sospetto” ed il “materialismo dialettico” l’esodo verso un altro mondo possibile. La sinistra della propaganda è funzionale ai processi di reificazione ed aziendalizzazione, è un’appendice del sistema capitale. Senza cultura critica non vi è sinistra autentica, la quale deve saper cogliere i limiti del suo agire ed il suo potenziale, senza cultura critica non si discerne il progresso quantitativo dal progresso qualitativo.

 

Rivoluzione economica – politica

La rivoluzione economica è in realtà politica, in quanto la struttura economica se partecipata attraverso scioperi, consigli di fabbrica, associazioni implica la politica. Sinistra sostanziale è così movimento di popoli che propone alternative, capace di dare una forma alla spontaneità dell’opposizione. La Luxemburg fa dello sciopero lo strumento aggregante ed iniziale di un processo di consapevolezza, esso inizia in modo spontaneo per definirsi razionalmente3:

Fu ingenua, incosciente come un bambino che va a tentoni senza saper dove. Come ho detto, essa aveva ancora un carattere esclusivamente politico. Solo nelle ultime settimane gli scioperi hanno cominciato a estendersi notevolmente in modo del tutto spontaneo. Noi vogliamo ora proclamarlo: è proprio nella natura di questa rivoluzione che gli scioperi si sviluppino sempre di più, ch’essi debbano diventare sempre più il punto centrale, il momento fondamentale della rivoluzione (giustissimo!). Questa è allora una rivoluzione economica e con ciò diventa una rivoluzione socialista. Ma la lotta per il socialismo può essere combattuta soltanto dalle masse, immediatamente, petto contro petto con il capitalismo, in ogni impresa, da ogni proletario contro il suo imprenditore. Solo allora sarà una rivoluzione socialista”.

La sinistra demofobica, che taccia di populismo chiunque non si pieghi ai dogmi della finanza, non può essere sinistra, essa vive, invece, nel popolo e si sviluppa tra i popoli. Lo sciopero per la Luxemburg è il momento della responsabilità collettiva non scissa dalla maturazione emotiva della condivisione. E’ il concretizzarsi della comunità in cammino con le sue contraddizioni e potenzialità. Solo l’azione può educare alla lotta ed a pensare gli errori. La teoria non è scissa dalla prassi, ma esse interagiscono per formare la coscienza collettiva della lotta. La resistenza esige disciplina; il sacrificio è tanto più sopportabile quanto più si ha la lucidità degli obiettivi4:

No, l’educazione socialista dei proletari non ha bisogno di tutto questo. Essi si educano gettandosi all’azione (giustissimo!). Qui è proprio il caso di dire: in principio era l’azione, e l’azione dev’essere che i consigli degli operai e dei soldati si sentano chiamati e imparino a diventare il solo potere pubblico in tutto il Reich. Solo in questo modo noi possiamo minare il terreno, in modo da renderlo maturo al crollo che deve coronare la nostra opera. E perciò, compagni, non era senza un preciso calcolo e senza una chiara coscienza se noi vi esponevamo ieri, se io in modo particolare vi dico: non pensate che la lotta sia così comoda anche per l’avvenire”.

I popoli si fiaccano con la colonizzazione delle menti, col buonismo strumentale. Sinistra sostanziale è disciplina del valore, dello studio, consapevolezza vissuta che la quantità dev’essere interrogata dalla qualità.

 

Rivoluzione permanente

La sinistra che non c’è non ha altri obiettivi che fare da sgabello al capitalismo assoluto, pertanto semplicizza i messaggi, non ha lo spirito della prassi, della trasformazione dei comportamenti che si formano con processi rivoluzionari permanenti. Senza i processi di partecipazione le conquiste rivoluzionarie refluiscono, esse si trasmettono solo con l’attività corale. Rosa Luxemburg ci ammonisce: la rivoluzione è pedagogia permanente5:

Compagni, è un immenso campo che dobbiamo arare. Dobbiamo prepararci dal basso a dare ai consigli degli operai e dei soldati una tale potenza che, se il governo Ebert-Scheidemann o un altro simile viene rovesciato, questo sia soltanto l’atto conclusivo. La conquista del potere non si realizza tutta d’un colpo ma progressivamente, incuneandosi nello Stato borghese fino a occuparne tutte le posizioni e a difenderle con le unghie e con i denti. E la stessa lotta economica, secondo la concezione mia e dei compagni di partito a me più vicini, dev’essere condotta mediante i consigli operai. Anche la direzione delle lotte economiche da avviare su strade sempre più ampie dev’essere nelle mani dei consigli operai. I consigli operai devono avere tutto il potere nello Stato. Nel prossimo futuro dobbiamo lavorare in questa direzione con il risultato che, ponendoci tale compito, dobbiamo far conto anche su un colossale inasprimento della lotta a brevissima scadenza. Perché, compagni, dobbiamo lottare passo a passo, corpo a corpo, in ogni Stato, in ogni città, in ogni villaggio, in ogni comune, per trasferire ai consigli degli operai e dei soldati tutti gli strumenti del potere statale che devono essere pezzo a pezzo strappati alla borghesia”.

Sinistra sostanziale è mettere in atto processi di autoriconoscimento e riconoscimento che non sono limitati agli esseri umani, ma implicano il mondo della vita tutto. Lo sfruttamento contro cui lottare non è solo quello dell’essere umano sull’essere umano, ma anche sugli esseri non umani alienati ed umiliati per conseguire plusvalore e onnipotenza.

Nel dicembre 1917 Rosa Luxemburg scriveva a Sonja, moglie di Karl Liebknecht dal carcere femminile di Breslavia, una lettera in cui si coglie lo scandalo della vita non umana sfruttata e che necessita di essere riconosciuta:

Tuttavia, Sonicka, qui ho provato un dolore molto intenso. Nel cortile dove vado a passeggiare arrivano di frequente carri dell’esercito, zeppi di sacchi o vecchie giubbe e casacche militari… qualche tempo fa è arrivato un carro tirato da bufali anziché da cavalli. Per la prima volta ho visto questi animali da vicino (…) vengono dalla Romania, sono trofei di guerra (…) vengono sfruttati senza pietà, per trainare tutti i carichi possibili, e assai presto si sfiancano.

Qualche giorno fa arrivò dunque un carro pieno di sacchi, accatastati a una tale altezza che i bufali non riuscivano a varcare la soglia della porta carraia. Il soldato che li accompagnava, un tipo brutale, prese allora a batterli con il grosso manico della frusta in modo così violento che la guardiana indignata lo investì chiedendogli se non avesse un po’ di compassione per gli animali. “Neanche per noi uomini c’è compassione” rispose quello con un sorriso maligno e battè ancora più forte… Gli animali infine si mossero ma uno di loro sanguinava … guardava davanti a sè e aveva nel viso nero, negli occhi scuri e mansueti, un’espressione simile a quella di un bambino che abbia pianto a lungo”.

 

Trofei per il mercato

La sinistra demofobica attuale teme il contatto con la vita offesa ed umiliata, è sinistra della finanza e della distanza. La sinistra è stata tale nel contatto diretto con gli ultimi, sinistra della speranza e della prassi per la quale il dolore non è un destino. Il Che nella sua poesia Vecchia Maria ricorda che la sinistra è per i popoli costituiti dai singoli che devono essere riconosciuti nella loro specificità esistenziale, la sinistra sostanziale è accanto ad ogni vita divorata dall’ingiustizia:

” Prendi questa mano di uomo che sembra di bimbo, nelle tue levigate dal sapone giallo. Strofina i tuoi duri calli e le pure nocche, contro la soave vergogna delle mie mani di medico. Riposa in pace, vecchia combattente, tutti i tuoi nipoti vivranno l’aurora, LO GIURO”.

Le mani di Maria, sono le mani del lavoro, oggi come allora si può lavorare ed essere poveri. La sinistra è per la qualità del lavoro, mediante il quale l’essere umano prende forma nella relazione con sé e con gli altri.

La mano della sinistra di governo non conosce i calli, ma il conteggio della finanza, è estranea alle ansie di coloro che non ce la fanno, per cui le parole della propaganda non possono cambiare la verità della sinistra, la quale è “del e per” il mercato.

“Siamo tutti trofei per il mercato” da questa verità lapalissiana valida oggi più che allora, si può iniziare a discorrere dell’alternativa possibile, si deve scegliere se essere trofeo o persona.

Le categorie con cui ricostruire la sinistra devono ritrovare nella storia le potenzialità argomentative per distinguere la sinistra dalla destra. Non si tratta di imbalsamare la storia, ma di renderla forza plastica per elaborare nuove categorie che devono svilupparsi all’interno di un percorso identitario da ripensare.

La democrazia recitativa, definizione di Giovanni Gentile, non è nella storia ideologica della sinistra, nella storia che si dispiega dal basso: i consigli di fabbrica, l’associazionismo, i sindacati evidenziano il carattere autentico della democrazia di sinistra contro la democrazia recitativa del capitale sovrano ed assoluto. La sinistra, malgrado la sua storia, ha avuto quale ideale “la libertà dialettica” libertà della contraddizione, del conflitto creativo nel quale è possibile vivere per pensare diversamente. In Rosa Luxemburg la libertà è prioritaria rispetto ad ogni obiettivo, senza la libertà di pensare diversamente non vi è che una pallida imitazione della stessa6:

” La libertà, riservata ai partigiani del governo, ai soli membri di un unico partito – siano pure numerosi quanto si vuole – non è libertà. La libertà è sempre soltanto la libertà di chi pensa diversamente. Non per fanatismo per la «giustizia», ma perché tutto quanto vi è di istruttivo, di salutare, di purificatore nella libertà politica dipende da questo modo di essere, e perde la sua efficacia quando la «libertà» diventa privilegio”.

 

Genocidio culturale

La Luxemburg intravide all’orizzonte il delinearsi del genocidio culturale, definizione di Pasolini, la rivoluzione del mercato e la centralizzazione del partito impone il modello omologato ed omogeneo di libertà. Quest’ultima non è adesione al modello conformistico della tecnoproduzione, ma possibilità di aderire ad un modello culturale, anche tradizionale, ma in modo consapevole. Il genocidio culturale è l’altro volto del genocidio etnico: si sradicano identità culturali, lingue e disposizioni culturali per sostituirle col pensiero unico della finanza e del capitalismo assoluto. La Sinistra autentica, sempre in esilio rispetto i poteri centralizzati, è libertà, pone le condizioni affinché il diverso modo di essere e di vivere la libertà possa essere possibile.

Urge la necessità di ridefinire con le parole i significati senza il tabù della purezza ideologica che troppo è servita a difendere posizioni lobbistiche che hanno svuotato la sinistra del suo senso storico. La Sinistra ha bisogno di riannodare la sua storia con il presente, deve porre domande, in quanto la critica economica non è semplicemente una costatazione, ma una domanda, un problema-domanda svelato rivolto a tutti. Oggi, come all’epoca in cui Marx scrisse il Manifesto del partito comunista, l’essere umano è solo un accessorio della macchina, ma ancor più del mercato globale. Ricominciare da Rosa Luxemburg o da Marx significa accogliere la loro critica sociale e con essa le domande senza le quali non vi è che la parodia della sinistra7:

” ll lavoro dei proletari ha per so ogni tratto di autonomia e quindi ogni stimolo per il lavoratore a causa dell’espansione delle macchine e della divisione del lavoro. Il lavoratore diventa un mero accessorio della macchina. Da lui si pretende solamente il più facile, il più monotono, il più elementare movimento. Il suo costo è limitato quasi esclusivamente ai mezzi di sostentamento di cui egli necessita per sopravvivere e per garantire il futuro della sua razza. Il prezzo di una merce, dunque anche del lavoro, è però pari ai suoi costi di produzione. Più il lavoro è ripugnante, più diminuisce per conseguenza il salario. Meglio: più si sviluppano le macchine e la divisione del lavoro, più cresce il volume del lavoro, sia per l’aumento dell’orario di lavoro, sia per l’aumento del lavoro richiesto in un dato periodo di tempo, per la cresciuta velocità delle macchine, ecc.”

 

Umano contro disumano

La tecnocrazia è il potere dell’umano contro l’umano, si radica in una visione “insulare” delle esistenze e dei saperi, ogni relazione è recisa, perché la relazione è qualità della vita, pone il problema della condizione umana come prioritaria rispetto al risultato, si insegue, invece, l’atomismo, la separazione nelle analisi per riaffermare il potere del capitale in modo da renderlo indiscutibile. La tecnocrazia capitalistica si sottrae all’analisi critica tacciando ogni opposizione di dogmatismo o di assenza del principio di realtà. La sinistra sostanziale deve ricostituire metodi di analisi olistici adeguati alla condizione presente. Nel dispositivo anonimo del potere, la persona è ridotta ad ente neutro consumante, è un “esso” oggetto di pratiche economiche che lo attraversano per integrarlo fino all’omogeneizzazione. La sinistra della cultura nella sua storia è sempre stata sinistra dialettica con i suo metodi di indagine con i quali elaborava possibili scenari del futuro. La sfida ardua è superare la fase anonima dell’esso, dell’ente umano consumante mediante nuove categorie interpretative sul solco della storia del pensiero della sinistra pensante. L’indicazione da cui ripartire la ritroviamo in Rosa Luxemburg, György Lukàcs, Costanzo Preve i quali hanno colto nel pensiero di Marx la prassi come forma di emancipazione e libertà rispetto ala trappola dell’economico. E’ necessario iniziare con un “riorientamento gestaltico” nella lettura di Marx per uscire dalla prigione dei settarismi e delle conventicole. Il materialismo da cui ricominciare nella lettura di Costanzo Preve è metafora della prassi, della libertà dai processi di reificazione violenta che il dispositivo mette in atto8:

” In secondo luogo, per materialismo Marx connota la sue profonda convinzione, peraltro da me interamente condivisa, che nella società borghese-capitalistica l’individuo accede ad una libertà puramente formale, mentre le vera e propria libertà materiale è possibile soltanto con il superamento dell’alienazione capitalistica e dello sfruttamento classista che ne consegue necessariamente. Questa però è una filosofia rigorosa della libertà, di tipo assolutamente hegeliano, e non certo una forma di materialismo. Affermando che la libertà formale deve essere accompagnata e completata dalla libertà materiale (attenzione: accompagnata e completata, non certo abolita e sostituita, come nelle interpretazioni comuniste novecentesche del dispotismo sociale partitico!), Marx si limita a rendere coerente e rigorosa la concezione della filosofia delle storia di Hegel, che come noto mette al centro il percorso storico della libertà. In terzo luogo, per materialismo Marx intende la centralità delle prassi rivoluzionaria e trasformatrice rispetto alla semplice contemplazione filosofica”.

La sinistra deve accogliere il vuoto dell’essere, la libertà che annega tra le spire delle merci, deve riportare la centralità dell’essere umano concreto all’interno del suo progetto, senza tale operazione teoretica non vi è speranza, non resta che la forza di gravità del capitale che spinge, schiaccia e comprime tutti e tutto nell’orizzonte del presente.


Note
1 Rosa Luxemburg Discorso sul programma Ousia pag. 5
2 Rosa Luxemburg Riforma sociale o Rivoluzione? Ousia pag. 15
3 Rosa Luxemburg Discorso sul programma Ousia 11
4 Ibidem pag. 16
5 Ibidem pag. 15
La rivoluzione russa. Un esame critico (settembre 1918, pubblicato postumo nel 1922), in Rosa Luxemburg, Scritti Politici a cura di Lelio Basso (seconda edizione), Roma Editori Riuniti, 1970, p. 589.
7 Marx Manifesto del partito comunista Ousia pag. 17
8 Costanzo Preve Marx lettore di Hegel … Hegel lettore di Marx, Petite Plaisance Pistoia pag. 17
Tags: , , , , , ,

Lascia un commento