Kamala Harris, la nuova “regina del caos”

nov 22nd, 2020 | Di | Categoria: Politica Internazionale

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Kamala Harris, la nuova “regina del caos”

di Stefano Zecchinelli

Vi spiego chi è realmente Kamala Harris.

Sulla politica internazionale di Joe Biden e Kamala Harris sono state pubblicate diverse analisi che ribadiscono il rilancio della Dottrina del caos creativo, in alternativa all’imperialismo economico teorizzato nella (fallimentare) Dottrina Trump. In questo articolo, mi soffermerò sulla politica interna di Kamala Harris: diritti civili negati e neoliberismo economico, questa Donna di Potere rappresenta gli interessi delle Elite che vorrebbero sostituire il Padronato tradizionale (Trump) col capitalismo di quarta fase, digitale.

 

Tulsi Gabbard strappa la maschera a Kamala Harris

La giovane rappresentante democratica Tulsi Gabbard, contraria alla politica di guerra di Obama, ha letteralmente umiliato – in termini politici – Kamala Harris riuscendo a decostruire la narrazione sull’operato dell’ex procuratore della California, dal 2011 al 2017. Si tratta di una testimonianza molto importante:

‘’La Senatrice Harris si dice orgogliosa del suo passato da procuratore, ma sono preoccupata dei suoi risultati …’’

Continua:

‘’Ha messo in prigione 1.500 persone per possesso e uso di marijuana e ha riso ironicamente quando le hanno chiesto se ne ha fatto uso in passato.

Ha bloccato le prove che avrebbero scagionato un uomo dal braccio della morte e solo l’intervento dei tribunali lo ha impedito.

Ha tenuto persone in prigione oltre il dovuto per utilizzarle come manodopera a basso costo per lo Stato della California e si è battuta per consentire l’uso dei contanti per le cauzioni, mettendo in difficoltà i ceti più poveri.’’

La Harris, considerata una campionessa delle istanze LGBT, ha ingiustamente negato i diritti di diverse detenute transessuali: le istanze sociali per il Partito democratico sono oggetto di marketing, quindi le transessuali esterne alla lobby LGBT nelle carceri vengono considerate ‘’non persone’’. In questo la Harris non è dissimile dall’estrema destra omofoba.

Forte coi deboli e deboli coi forti, 1.500 detenuti per possesso di cannabis, transessuali umiliate e non riconosciute in quanto persone, carceri adibiti a lager, nonostante ciò la Harris ha ritenuto di non dover perseguire il potentissimo banchiere Steve Mnuchin (amico di Donald Trump ed Hillary Clinton) per frodi bancarie. Il canale The Intercept ha indagato sull’accaduto:

«In un memorandum interno pubblicato da The Intercept martedì scorso – si legge – i pubblici ministeri dell’ufficio della procuratrice generale della California hanno detto di aver trovato più di mille violazioni delle leggi sul pignoramento da parte della sua banca [di Mnuchin] durante quel periodo e hanno previsto che investigazioni future ne porteranno alla luce molte altre migliaia. Ma l’indagine, in quella che il memorandum ha definito ‘ampiamente mal condotta’ è stata chiusa dopo che l’ufficio di Harris ha rifiutato di aprire un’azione civile contro la banca»1.

Dalle indagini successive è emerso che Mnuchin ha finanziato la campagna elettorale della candidata democratica, nel 2016, con 2000 dollari. Giuridicamente tutto questo si chiama conflitto di interessi e corruzione.

 

Kamala Harris: un prodotto di Wall Street

Il sito World Socialist Web Site ha pubblicato un eccellente articolo (citato da Jacobin Magazine) sui legami del duo Biden – Harris con Wall Street e lo Stato profondo, fanno parte (riporto fedelmente): «della coalizione di reazionari che si è velocemente riunita intorno a Biden – leggiamo – è costituita da ex funzionari dell’intelligence militare dell’amministrazione Obama che hanno fatto un sacco di soldi con il redditizio business della consulenza strategica e che ora sperano di tornare al potere in un’amministrazione Biden». Tra loro c’è la «nota guerrafondaia» Michele Flournoy, figura apicale della ditta West Executive Avenue (creata per mettere in atto il business di consulenza strategica), nonché vicesegretaria alla Difesa di Obama fino al 2012, poi dimessasi dalla carica contestualmente alle dimissioni della Segretaria di Stato di Hillary Clinton, che doveva prepararsi per la campagna del 2016. «Flournoy era ampiamente data come Segretaria della Difesa se Hillary Clinton avesse vinto le elezioni del 2016 ed è ancora una volta in cima alla lista per la carica di capo del Pentagono sotto Biden»2. La nuova amministrazione USA è una coalizione di ultrareazionari in linea coi neoconservatori repubblicani dell’era Bush, questo è quello che dicono gli analisti indipendenti. Le fonti citate rappresentano il meglio della letteratura giornalistica anti-neoliberista: chi da ‘’sinistra’’ si esalta per la vittoria di Biden deve confrontarsi coi fatti. Che ci fa ‘’Michele Flournoy, figura apicale della ditta West Executive Avenue (creata per mettere in atto il business di consulenza strategica)’’ in un governo ritenuto a torto antifascista? Il fascismo squadrista di Trump non si combatte col fascismo finanziario di Wall Street, nonostante ciò la sinistra politicamente corretta ridiventa ‘’l’estrema sinistra dell’estrema destra’’ (cit. Jean Bricmont): Biden sta al progressismo come Noske stava alla socialdemocrazia.

Nel 2016 «Flournoy era ampiamente data come Segretaria della Difesa se Hillary Clinton avesse vinto le elezioni del 2016 ed è ancora una volta in cima alla lista per la carica di capo del Pentagono sotto Biden». Anche nell’amministrazione Trump ha ricoperto posizioni importanti, «prima di dimettersi quando la campagna presidenziale del 2020 è entrata nel vivo» (Ibidem), oggi Biden sta prendendo in considerazione la nomina di Hillary Clinton all’ONU, non è casuale che da Segretario di Stato la Clinton abbia ordinato ai suoi diplomatici di rubare i dati biomedici delle leadership ONU (Fonte Wikileaks). Le connessione della Harris coi neoconservatori repubblicani ed il clan Clinton sono molteplici e non lasciano spazio alle fantasie: in politica contano i rapporti di forza, la fazione ‘’socialdemocratica’’ del Partito Democratico verrà corrotta come è sempre avvenuto. Sanders, da riformatore, si è riciclato in quanto ‘’spalla sinistra’’ di ‘’Killary’’ Clinton.

Il giornalista Laurence H. Shoup, su Counterpunch, storico giornale della sinistra di classe USA che vede tra i suoi fondatori Alexander Cockburn, ci ha informato sui legami della Harris con l’oligarchia finanziaria statunitense:

‘’Kamala’s family’s corporate ruling class connections do not end with her sister, because Maya’s husband is Tony West, a leading corporate lawyer whose father was an IBM executive. West is politically close to Kamala, he co-chaired her 2016 Senate campaign, and recently stated that he is with her 100% (San Francisco Chronicle July 14, 2019). West was chief counsel for Pepsi Cola, a giant multinational corporation prior to taking his current job. He is now the highly paid chief counsel for Uber. Uber’s business model relies on maintaining that their working class drivers are not employees and so not subject to regulations on wages and benefits. This means that West is a central figure defending the interests of the company’s owners against the claims of their exploited drivers. Many Uber drivers want the status of employees so they can gain minimum wages, paid holidays, healthcare and other benefits. Australia’s workplace regulator ruled that Uber drivers are not employees, but a U.K. court ruled they are. Uber’s legal team, led by Tony West as chief counsel, has now appealed this ruling to the U.K. Supreme Court’’3.

‘’Traduzione: I legami con la classe dirigente della famiglia Kamala non finiscono con la sorella, perché il marito di Maya è Tony West, un importante avvocato aziendale il cui padre era un dirigente IBM. West è politicamente vicino a Kamala, ha co-presieduto la sua campagna al Senato del 2016 e recentemente ha dichiarato di essere con lei al 100% (San Francisco Chronicle, 14 luglio 2019). Prima di accettare il suo attuale lavoro, West è stato il capo consigliere della Pepsi Cola, una gigantesca multinazionale. Ora è il capo consulente altamente pagato di Uber. Il modello di business di Uber si basa sul mantenimento che i loro conducenti della classe lavoratrice non siano dipendenti e quindi non soggetti a regolamenti su salari e benefici. Ciò significa che West è una figura centrale che difende gli interessi dei proprietari dell’azienda contro le affermazioni dei loro conducenti sfruttati. Molti conducenti di Uber desiderano lo status di dipendenti in modo da poter ottenere salari minimi, ferie pagate, assistenza sanitaria e altri benefici. L’autorità di regolamentazione sul posto di lavoro australiana ha stabilito che i conducenti di Uber non sono dipendenti, ma un tribunale del Regno Unito ha stabilito che lo sono. Il team legale di Uber, guidato da Tony West in qualità di consigliere capo, ha ora presentato ricorso contro questa sentenza alla Corte Suprema del Regno Unito’’

Il motivo per cui ritengo Kamala Harris, in politica economica, molto più a destra di Trump poggia su una mole enorme di riferimenti giornalistici: ‘’West è una figura centrale che difende gli interessi dei proprietari dell’azienda contro le affermazioni dei loro conducenti sfruttati’’. Il modello aziendale a cui è legata la famiglia Harris (il padre era un dirigente della IBM) è ancora più neoliberista dell’aziendalismo della famiglia Trump: Trump sfrutta gli operai alternando concessioni sociali a squadrismo, il bastone e la carota. Nella storia degli Harris troviamo nomi che ci rimandano alla guerra di sterminio, antisemita ed anticomunista, di Hitler (citerò alcuni validi riferimenti bibliografici): la IBM (che come multinazionale cooperò col nazismo) e la Pepsi Cola (che cooperò anch’essa coi nazisti). Lo storico Jacques R. Pauwels ha documentato i legami dell’industria bellica tedesca 4, negli anni ’30, con l’oligarchia finanziaria USA, la famiglia Harris scorrendo i documenti sembra provenire proprio da quel mondo: i guerrafondai antisemiti che si opposero all’imperialismo ‘’democratico’’ di Franklin Delano Roosevelt (statista non privo di colpe, anche molto gravi) cercando un’alleanza strategica anticomunista con il nazifascismo. Il libro di Pauwels, Profit uber alles! Le corporations americane e Hitlerpresenta una documentazione inoppugnabile, come il libro di Laurence H. Shoup, Wall Street’s Think tank, dove i legami degli Harris con lo Stato profondo risultano consolidati nei decenni rispetto alla protezione accordata ai Trump: entrambe le scelte sono peggiori.

I legami della vicepresidente nominata con le Fondazioni Clinton e Gates danno una idea della politica di Joe Biden: rilancio della ‘’guerra infinita ‘’; inoltre Biden cercherà adattare la struttura socioeconomia dei capitalismi europei alla digitalizzazione dell’economia. I pochi sindacati rossi rimasti diventeranno rosa, quelli rosa – con tutta probabilità – gialli per non dire neri.

Nei prossimi mesi la Harris cercherà di corrompere la sinistra timidamente riformista del partito (Bernie Sanders e l’inconsistente Alexandra Ocasio Cortez, ecc …), mentre le voci dissidenti come la coraggiosa Tulsi Gabbard verranno riempite di fango: l’antimilitarismo diventerà, nella dittatura globalizzata del Politicamente Corretto, una variante del ‘’fascismo antioccidentale ’’. I giornalisti investigativi, come Julian Assange e Glenn Greenwald, saranno delegittimati dai Giornalisti Comprati in quanto ‘’spie russe’’. Uccideranno l’informazione, ma non potranno uccidere la verità.


Note
1. https://theintercept.com/2017/01/05/kamala-harris-fails-to-explain-why-she-didnt-prosecute-steven-mnuchins-bank/
2. https://jacobinitalia.it/si-scrive-kamala-harris-si-legge-hillary-clinton/
3. https://www.counterpunch.org/2019/09/06/kamala-harris-another-establishment-candidate/?fbclid=IwAR1MOYKuayWw37xtdNdwLLugzKkl7wow3yx1DoZ-VXBDU0-1cGrJV85Ytsg
4. https://paginerosse.wordpress.com/2012/04/13/il-profitto-uber-alles-il-profitto-innanzitutto-le-corporations-americane-ed-hitler-di-jacques-r-pauwels-global-research-27-gennaio-2007-3/

http://www.linterferenza.info/

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