La fuga di Logan
nov 5th, 2020 | Di Thomas Munzner | Categoria: Cultura e società
Il capitalismo è un sistema che esclude. L’inclusione o l’esclusione sono decise in base all’efficienza nel generare profitto e rendita. Per il resto il capitalismo non si sente vincolato da nessun obbligo verso la società, i suoi uomini e le sue donne. Questa logica può essere dissimulata durante i periodi di espansione, ma quando la crisi morde si riaffaccia poco a poco per poi conclamarsi apertamente.
Il Nixon shock del 1971 segnalò l’inizio della crisi sistemica che ancora oggi, enormemente aggravata, ci avvolge. Seguì quasi un decennio di scontri tra il Potere del Denaro e il Potere del Territorio. Il primo spingeva verso politiche di austerità, di liberalizzazione, di privatizzazione del dominio pubblico, di super sfruttamento dei lavoratori interni e di meticoloso controllo e sfruttamento degli spazi esterni ai centri capitalistici storici. Il secondo cercava di resistere con politiche espansive che rilanciassero l’economia reale (sempre capitalistica, ovviamente) e le sue benefiche ricadute sulla “middle class”, sentendosi vincolato verso la società (Nixon si spinse a dire “Adesso siamo tutti keynesiani” – pochi mesi dopo venne fatto fuori dallo scandalo Watergate).
Alla fine degli anni Settanta questa lotta stava indebolendo entrambe le parti e i due Poteri di conseguenza strinsero un patto all’insegna del nuovo paradigma di accumulazione, cioè la coppia finanziarizzazione-globalizzazione. Iniziò l’epoca di Reagan e della Thatcher e tutto quel che ne seguì: una ripresa dell’aggressività imperialistica dopo la breve pausa seguita alla sconfitta in Vietnam e la progressiva concentrazione della ricchezza in mano a una ristretta élite, il famoso “1%”. Un uno per cento, però, che raccoglie attorno a sé ceti ancillari che da questa concentrazione traggono beneficio e/o di questa concentrazione sono i funzionari o di questa élite sono i giullari.
Una porzione minoritaria ma ampia della popolazione, come si può osservare, ad esempio, con la polarizzazione dei voti nei Paesi occidentali: grandi centri metropolitani vs provincia, stati costieri vs stati centrali (negli USA), centro della città vs periferia, eccetera. Quindi il famoso “Voi siete l’1% noi il 99%” reso celebre dal movimento Occupy Wall Street ha un senso propagandistico ma se ci si crede non si può far politica.
Infatti, se è vero che non siamo più in presenza del Quarto Stato come soggetto autonomo (la classe operaia, in senso generale), non è invece vero che si è costituito un nuovo Terzo Stato, sebbene l’élite abbia assunto sempre più caratteri neo-signorili e a tratti neo-feudali, con una grande differenza rispetto alle forme originali: un progressivo disconoscimento dell’obbligo di mantenere i propri sudditi.
Quest’ultima caratteristica è costitutiva del capitalismo, ma di fronte alla montante importanza politica, sociale ed economica del proletariato che obbligava la classe borghese a prendere sul serio i propri proclami di libertà, uguaglianza e fraternità, doveva essere tenuta nascosta come una vergogna. In Europa, con la sconfitta dei fascismi e la vittoria dell’URSS, questa sorta di “eugenetica sociale” diventava un tabù impronunciabile. In particolare gli Stati e le loro istituzioni, sostenuti nella pratica dalla grande ripresa economica del dopoguerra, contrastavano il cosiddetto “spencerismo sociale” fin nelle loro Carte fondamentali, esempio tipico della contraddizione tra il Potere del Territorio (legato al luogo) e il Potere del Denaro (legato ai flussi). Ovviamente se si pensa che questi due poteri coincidano o che il primo sia succube dell’altro e che non ci sia differenza tra auctoritas e potestas, quanto appena detto non ha senso.
Questo breve riassunto degli ultimi 50 anni di storia sono necessari per capire in che contesto questo tabù viene rotto, vuoi in modo diretto, brutale e arrogante, vuoi in modo ipocrita, vuoi con le migliori intenzioni. Il contesto è quello dell’enorme aggravamento della crisi sistemica e il sovra-contesto, oggi, è quello della pandemia e degli sconvolgimenti economici, geopolitici, politici, ideologici e culturali che queste due crisi incrociate stanno inducendo.
“Quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società. L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future. Macchine per sopprimere permetteranno di eliminare la vita allorché essa sarà troppo insopportabile, o economicamente troppo costosa” [1].
Così Jacques Attali, membro importante dell’establishment europeo e internazionale. Non si parlava ancora di pandemie, ma era un ragionamento di freddo efficientismo capitalistico. Non un piano, ma una breve nota, buttata lì con nonchalance; poche righe in uno scritto ben più ampio, per futura memoria.
Ora, con la pandemia, la memoria è riaffiorata, con la sua vergogna coperta da un edificante “mettiamo in sicurezza gli anziani”.
C’era già un che di implicitamente “attaliano” nella proposta di Vittorio Colao di continuare a tenere a casa a oltranza gli over 60. Proposta respinta all’epoca da Conte e giudicata una follia giuridica dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese.
E c’era già un che di implicitamente “attaliano” nella volontà di Ursula von der Leyen di tenere a casa gli over 60 fino a Natale.
Oggi la proposta riemerge, al fine di scongiurare nuovi lockdown generalizzati.
Era stata adombrata, ad esempio, dalle parole di Matteo Bassetti, dell’ospedale S. Martino di Genova, persona in generale ragionevole e moderata che infatti poi si è corretta specificando che intendeva una “differenziazione di orari, ovvero fasce in cui studenti e lavoratori escono e orari differenziati per le persone anziane” (si vedano [3] e[4]).
E’ riemersa secca e senza ripensamenti nell’intervista del Fatto Quotidiano all’epidemiologo Martin Blachier, fondatore della Public Health Expertise. Per lui si devono “mettere in una bolla le persone dai 60 agli 80 anni”. Presume quindi che dopo gli 80 nessuno deambuli più [5].
Ma se queste sono dichiarazioni di uno che fa business nel settore sanitario, ben più sorprendenti sono quelle rilasciate a Radio Radio da persone che vedono dietro la pandemia non una circostanza sfruttata ma un disegno mondialista e transumanista (si senta qui: [6] e [7]). Qui si parla addirittura di mettere gli anziani in un “acquario” (spero metaforicamente).
Una variante liberal e politicamente corretta dell’attalitismo è in dirittura d’arrivo in Olanda: un disegno di legge che consente il suicidio assistito agli over 75 sani che però ritengono la propria vita conclusa [8]. Insomma, non un obbligo, ma un incoraggiamento.
Infine, molti Italiani si ricorderanno del sapore vagamente attaliano dei ragionamenti svolti dall’allora presidente dell’INPS, Tito Boeri, in occasione della presentazione di uno studio dell’Ordine degli Attuari nel 2016: se si danno pensioni più basse, i vecchietti sarebbero costretti a curarsi di meno e quindi morire prima, con un gran risparmio (si vedano [9], [10] e[11]).
Ma la spiegazione attaliana nuda e cruda ci è finalmente giunta dal presidente della Regione Liguria, il forzista Giovanni Toti: gli anziani “non sono più indispensabili allo sforzo produttivo del Paese” (chissà se si riferiva anche al suo boss). Poi ha chiesto scusa per questa dichiarazione inqualificabile (o fin troppo qualificabile). Ma tant’è. Le vergogne sono state messe a nudo [12].
Scuse o non scuse i telegiornali e i giornali radio ieri ci avvisavano che la Conferenza delle Regioni avrebbe insistito con Conte anche su questo punto: lockdown per gli over 70 (sembra che 70 sia l’età di base scelta da questi, loro sì, non indispensabili ma visibilmente superflui personaggi che si fanno chiamare pomposamente “governatori”).
E adesso il demos viene solleticato con domande specifiche da parte, per l’appunto, degli istituti demoscopici. Ed è così che la Ixè ci comunica che il 61% degli intervistati è favorevole a vietare gli spostamenti da casa agli over 65 e a chi ha patologie (la Ixè ha quindi deciso per conto suo che la soglia sono i 65 anni) [13].
Insomma, per scongiurare un lockdown generalizzato si suggerisce un lockdown solo per gli anziani e si fa di tutto per ottenere un’adesione popolare a questo macabro provvedimento.
Perché macabro? Leggete qui e troverete tutte le spiegazioni: [14], [15], [16], [17] e [18].
Non sto nemmeno a ripetere domande ovvie alle quali nessuno fornisce nemmeno tentativi di risposte, rifugiandosi in formule fantasmagoriche come “bolla” o come “acquario” per gli anziani, del tipo: cosa succederà a livello sociale (pratico, economico, relazionale e psicologico) quando milioni di nonni e di nonne non potranno più fare i nonni e le nonne? Dove sconteranno i loro arresti domiciliari gli anziani soli? Come faranno a nutrirsi? Verranno raccolti in falansteri? E quelli che vivono in case a volte sovraffollate assieme a persone più giovani che andranno avanti e indietro? Ah, che bella bolla di protezione! Che bell’acquario (lo sanno che se in un acquario metti un pesce malato muoiono tutti gli altri?).
E’ veramente una protezione impedire agli anziani di fare passeggiate e altre attività fisiche al sole e sintetizzare così vitamina D indispensabile per le loro difese immunitarie? Per non parlare del tono muscolare, dei benefici ortopedici e, di nuovo, del benessere mentale, altro fattore chiave per le difese immunitarie.
E poi fatemi capire una cosa. L’età media delle persone decedute per Covid è 80 anni e la mediana 82 (così dice l’Istituto Superiore di Sanità [19]).
Gli ottantenni e le ottantenni non sono tipici addicted della movida. Almeno non credo. Né frequentatori di feste sovraffollate. Non vanno a lavorare (sì, ho capito anch’io che è questo che dà fastidio!) e non affollano i mezzi di trasporto pubblici. Qualcuno va nelle sale bingo che, scopro oggi dal discorso di Conte, lo scorso DPCM non ha fatto chiudere (i teatri e i cinema sì, le sale bingo no: fantastico!). Ma adesso chiudono anche loro.
Dove si sono contagiati, allora? E’ ovvio: a casa o nelle RSA. Quindi, ideona: chi non è ancora in una RSA rimanga a casa ancora di più! Con un’accortezza: non chiamiamola “casa”, ma “bolla” o “acquario”.
E i sessantenni (secondo Colao, von der Leyen e Blachier) o i sessantacinquenni (secondo Ixè) o i settantenni (secondo Malvezzi e Amodeo) che sono un po’ die hard, perché mettere anche loro in bolle o acquari? Perché “proteggerli”?
Perché non devono rompere le palle al sistema sanitario nazionale.
E’ forse questa l’idea di fondo, esplicita o implicita, conscia o inconscia o magari sfuggita per sbaglio: gli anziani sono uno scarto, sono esuberi, non sono produttivi e hanno persino la pretesa di ricevere una pensione cui hanno contribuito per decenni. Forse – voglio sperare – qualche anima candida non ha pensato al costo che il “protetto” dovrà pagare per questa “protezione”.
Non so perché, ma c’è qualcosa di attaliano in tutto ciò. A volte, certo, preterintenzionale, ma sempre più spesso cosciente.
Per ora, a quanto sembra, il governo non ha seguito questo suggerimento. Forse è conseguenza della contraddizione tra i due Poteri di cui si diceva. Ma la cosa, quasi sicuramente, non è finita qui. Il capitalismo ha insita in sé la logica dello scarto.
Agli anziani, quindi, posso solo suggerire di prendere coscienza ed essere pronti per la fuga di Logan.
Note
[1] Jacques Attali, La médicine en accusation, in AA.VV., L’avenir de la vie, Seghers, Paris 1981. Attali è un giurista amministrativo, già capo di gabinetto di Mitterand e poi consigliere economico di Sarkozy e Macron, banchiere internazionale, presidente della Banca Europea per lo Sviluppo.
[3] https://telenord.it/bassetti-mini-lockdown-per-anziani-e-persone-fragili-il-picco-dell-epidemia-deve-ancora-arrivare
[4] https://www.today.it/attualita/matteo-bassetti-orari-anziani-orari.html
[5] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/29/coronavirus-lepidemiologo-blachier-lesplosione-del-virus-e-legata-al-calo-delle-temperature-lockdown-totale-unica-soluzione/5983647/.
[6] https://www.radioradio.it/2020/10/dati-governo-unalternativa-lockdown-totale-amodeo/
[7] https://www.radioradio.it/2020/10/disegno-planetario-lockdown-meluzzi/
[8] https://www.dutchnews.nl/news/2020/07/euthanasia-law-proposed-for-healthy-over-75s-who-feel-their-lives-are-complete/
[9] https://www.huffingtonpost.it/2016/12/13/inps-pensioni-vita_n_13599410.html
[10] http://www.atdal.eu/wp-content/uploads/2014/11/170112-NL-ATDAL-ALP-XV-01.pdf
[11] http://www.ordineattuari.it/media/223726/161214_intopic.it__2_.pdf
[12]https://www.ilmessaggero.it/politica/toti_anziani_non_indispensabili_tweet_over_70_lockdown_ultime_notizie_news-5559581.html
[13] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/01/cresce-la-paura-del-covid-l88-degli-italiani-e-preoccupato-per-la-propria-salute-sei-su-dieci-favorevoli-a-lockdown-per-gli-over-65/5987409/
[14] http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4452
[15] https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/pdf/Guidaall%27attivit%C3%A0fisica.pdf
[16] https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/Attivita-Fisica-Anziani-2018
[17] http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2828_allegato.pdf
[18] http://www.jgerontology-geriatrics.com/wp-content/uploads/2016/02/08Vitulli1.pdf
[19] https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Piotr