Strage in Nuova Zelanda: il neofascismo è anche una patologia mentale
mar 16th, 2019 | Di Thomas Munzner | Categoria: Cultura e societàStefano Zecchinelli
L’autore dell’attentato neofascista in Nuova Zelanda, una orrenda strage che ha colpito ben due moschee provocando all’incirca 49 morti, si chiama Terrant Breston. Cerchiamo di ricostruire il profilo sociale, psicologico e politico di quest’individuo per poi trarre alcune conclusioni provvisorie sul neofascismo del ventunesimo secolo.
Il signor Breston è australiano e proviene dalla classe media dei colonizzatori realiinglesi. Leggiamo una sua breve presentazione: ‘’Ho avuto un’infanzia normale, senza grandi problemi. Non ho frequentato l’università perché non avevo un grande interesse a studiare. Ho lavorato per un breve periodo, poi ho iniziato a investire in Bitcoin e usato quei soldi per viaggiare. Ripeto: sono solo un uomo bianco normale che ha deciso di prendere posizione per garantire un futuro alla mia gente. Per incitare alla violenza, alla rappresaglia contro chi occupa le nostre terre. Per mostrare gli effetti dell’azione diretta. Per creare un clima di paura e cambiamento’’ 1.
Dobbiamo notare che, per ragioni tanto politico-sociali quanto di psicosi collettiva, i neofascisti non hanno il senso della storia e della politica: per loro il concetto di occupazione consiste nella mera influenza culturale (allora che dire dell’imperialismo linguistico anglosassone o del colonialismo culturale USA?) oppure nei flussi migratori. La causa delle migrazioni, secondo questi spostati, non è da individuare nello sviluppo capitalista diseguale del mondo e nelle guerre imperialiste, bensì in un malefico progetto di colonizzazione dell’Occidente da parte dei popoli post-coloniali, il più delle volte musulmani. In questo modo, il neofascismo ha fatto propria la teoria sulla guerra permanente di David Horowitz volgarizzata, in Europa, dalla giornalista neoconservatrice Oriana Fallaci. La pericolosità di queste organizzazioni politiche oramai globalizzate è evidente: divulgando, nelle fila del proletariato impoverito e dei ceti medi rovinati dal neoliberismo, la tesi sullo scontro di civiltà finiscono per pompare la propaganda USA contro il mondo multipolare che oggi vede il protagonismo politico ed economico di grandi paesi come la Russia, la Cina e l’Iran. Il neofascismo è per Washington una sorta di perenne preservativo, malgrado la ‘’sinistra zombie’’ non voglia riconoscerlo.
Lo stragista anglo-australiano rilasciò un’ intervista alquanto interessante perché compendia nel migliore dei modi le paranoie di un mondo reazionario sintomatico nella decomposizione delle società capitaliste. Leggiamo le parti più significative.
“Perché hai effettuato questo attacco?
Per dimostrare agli invasori che le nostre terre non saranno mai le loro. Che saranno nostre finché esisterà l’uomo bianco. Non le conquisteranno MAI. Non si sostituiranno a noi. Poi per vendicare le migliaia di vittime bianche causate dagli invasori stranieri. Per vendicare i bianchi trattati da schiavi nelle loro terre dagli islamici. Per vendicare le vittime bianche degli attentati islamici. Per ridurre “direttamente” il numero di immigrati nelle terre dei bianchi terrorizzandoli o, se necessario, rimuovendoli fisicamente. Per svegliare il mio popolo.’’
‘’Chi fa parte di questi gruppi? E quante persone sono state “assoldate”?
Il numero totale di persone che fanno parte di queste organizzazioni è in termini di milioni. Migliaia i gruppi. Ci sono persone di ogni ceto sociale che fanno parte soprattutto dei corpi militari e sono nelle forze dell’ordine. Nazionalisti e “etno-nazionalisti” cercano oggi lavoro soprattutto in comparti che servono le nazioni e le comunità. Dentro le forze armate europee ci sono migliaia di soldati aderenti a gruppi nazionalisti.’’
I riferimenti a Breivik ed allo Stato etnico sono notevoli, ma ricordiamo che al mondo esiste un solo stato che si proclama ‘’etnicamente omogeneo’’: lo Stato di Israele. L’alleanza “bianca” (USA, Gran Bretagna, Europa ed Israele) contro il mondo musulmano, rappresenta un tema caro all’estrema destra USA, la stessa mucillaggine sociale che appoggia Donald Trump mettendo insieme il peggio del neonazismo statunitense ed europeo.
Il terrorismo islamista è meno pericoloso di quello neofascista?
Un documento di 98 pagine, prodotto dai quattro principali istituti investigativi europei, dimostra come lo stragismo di estrema destra possa diventare molto più pericoloso dell’integralismo wahabita perché potenziato dall’elemento sorpresa. Il materiale non manca:
L’Instituto Real de Servicios Unidos (RUSI, il Chatham House e l’Instituto para el Diálogo Estratégico e la Universidad de Leiden informano che ‘’Dada la intensa atención pública sobre el terrorismo de inspiración religiosa, el hallazgo de que la extrema derecha representa una proporción similar dentro de la base de datos de los perpetradores es particularmente significativo’’ 2 (Data l’intensa attenzione pubblica circa il terrorismo di matrice religiosa, la scoperta che l’estrema destra rappresenti un pericolo, in proporzioni simile al terrorismo islamista, basandoci sui dati acquisiti, è un elemento particolarmente significativo)
La popolazione europea ha dimostrato grande preoccupazione per il terrorismo di matrice islamista (degenerazione fondamentalista del tutto estranea alla religione islamica) tralasciando la crescita della destra radicale, neo-nazionalista e xenofoba. Come mai scrittori prevalentemente di formazione liberale o neoliberale, come Oriana Fallaci, sono diventati la Bibbia del neofascismo del ventunesimo secolo? Il fascista fai da tè, in tenuta neo-moderna, ha difficoltà ad accedere alle letture di Hitler, Rosenberg e del novello sionista Julius Evola, quindi, disorientato dagli sproloqui di questo o quel giornalista o intellettuale da strapazzo, si ferma alle sparate ad effetto anche della guerrafondaia fiorentina oppure ai lunghi monologhi dell’oscurantista Silvana De Mari (‘’medico ’’ e scrittore affetta da una vera e propria ossessione anti-omosessuali ed anti-musulmani). Un sociologo critico ha tutti gli elementi per riassumere la psicologia del neofascista con estrema facilità: Hitler – nell’immaginario xenofobo – rimane il kapò dal pugno di ferro da imitare contro senzatetto, immigrati e musulmani, ma i bestseller di Oriana Fallaci hanno contribuito ad indottrinare migliaia di spostati col ‘’mito’’ dello sceriffo texano anti-immigrati. Le organizzazioni di estrema destra non discutono del significato politico dell’immigrazione ma, rovesciando la stessa medaglia degli sciocchi senza frontiere, demonizzano l’immigrato in quanto tale. Il capitalismo viene destoricizzato e l’oppressione neocoloniale cancellata dalle pagine del tempo; la propaganda culturale della CIA non potrebbe che dire ‘’grazie’’.
Un giorno, di fronte a tragedie come quella che ha colpito la comunità musulmana della Nuova Zelanda, i cittadini europei dovranno seriamente interrogarsi sul ruolo di personaggi come Oriana Fallaci nella “plebeizzazione” dell’ideologia americano-sionista. Il neofascismo è, per diversi aspetti, anche una patologia mentale.
https://www.hispantv.com/noticias/europa/216929/informe-terroristas-extrema-derecha-europa-letales
Fonte foto: Il Tempo (da Google)