TRE ANNI SENZA COSTANZO PREVE
nov 24th, 2016 | Di Maurizio Neri | Categoria: Primo Piano
A tre anni dalla morte di Costanzo Preve, lo ricordiamo riproponendo un estratto del saggio di Piotr Zygulski “Costanzo Preve e l’educazione filosofica”, che ci rammenta come l’attenzione del Nostro fosse eminentemente filosofica ed educativa – nella sua stessa vita faceva coincidere educazione e filosofia – mentre le riflessioni sull’attualità politica, che lo hanno reso forse famoso ai più, erano solamente contingenti. Vi invitiamo dunque a tornare alla fonte previana: alle sue riflessioni sulla verità universale con una genesi particolare, all’ontologia dell’essere sociale delineata nel suo ultimo Librone, alle considerazioni sulla natura umana. Aspetti maggiormente trascurati da chi in questi anni ha fatto uso del suo pensiero, ma centrali per conoscere Costanzo Preve al di là degli slogan e delle deformazioni caricaturali.
«Costanzo Preve affronta il problema della democrazia impostandolo antropologicamente, “sulla base del presupposto che una pratica dialogica ben condotta può giungere a convincere tutti (o quasi tutti) della soluzione migliore […] che a sua volta presuppone la generalizzazione di un punto di vista solidale-comunitario e non egoistico-individualistico fra gli uomini”. Tutto ciò si basa su una scommessa nella natura umana potenzialmente politico-comunitaria (zόon politikόn); razionale e valutativa, cioè in grado di calcolare le giuste proporzioni all’interno della comunità (zόon lόgon échon) e generica (Gattungswesen). Mentre i primi due punti sono formulazioni aristoteliche, quest’ultimo è di derivazione marxiana e sta a significare che l’uomo non è totalmente programmato biologicamente ma si determina anche nel contesto spaziale, temporale e storico; può per esempio costruire intenzionalmente innumerevoli forme artistiche e modelli di convivenza sociale. Si noti che è l’essenza generica che permette all’uomo di alienarsi, di umanizzarsi o di dis-umanizzarsi, mentre gli altri animali, poniamo i leoni, non possono “dis-leonizzarsi”. Costanzo Preve sosteneva che il modo di produzione capitalista, costringendo l’essenza generica umana a specificarsi nell’unica e angusta dimensione della produzione e dello scambio fra le merci, ne impedisce la piena realizzazione delle sue potenzialità ontologiche immanenti. Detta diversamente, l’alienazione (Entfremdung), altro non è che la condizione di privazione della genericità, dalla quale ne consegue l’impossibilità di un suo utilizzo al fine dell’emancipazione dell’uomo.
L’educazione comunitaria è quindi quel percorso che coincide con il dispiegamento delle potenzialità ontologiche che l’Uomo, inteso come essere sociale, porta in sé, senza trascurare le preferenze e i bisogni specifici di ogni individuo, perché la libertà è insita nella natura umana stessa. Declinata politicamente, il luogo ove comunicare la verità, ossia metterla in comune, non può che essere quello democratico, inteso dinamicamente come ascesa del popolo al potere, che permette il confronto tra tutti gli uomini caratterizzati dalla razionalità e dalla socialità in ricerca del bene comune. In uno scenario come quello attuale però “la sola democrazia possibile è una democrazia di resistenza”, termine utilizzato anche per connotare l’educazione filosofica che, analogamente, persegue una strategia di resistenza quale “presupposto indispensabile del cambiamento”».