Esiste una questione ebraica oggi?
gen 15th, 2014 | Di Maurizio Neri | Categoria: Dibattito Politicodi Costanzo Preve
Esiste una questione ebraica oggi? Il solo osare porsi la domanda oggi comporta automaticamente la velenosa accusa di antisemitismo. Nel mondo simbolico del Politicamente Corretto di oggi l’antisemitismo e la pedofilia sono praticamente i due soli tabù senza perdono e senza giustificazione, anche se mancano i Freud e i Simmel che potrebbero tentare di spiegare il perché, e abbiamo solo commentatori mediatici addomesticati per giornali femminili (Bauman, Galimberti, eccetera)incapaci di andare in profondità. Rompiamo il tabù. Sì, oggi esiste certamente una questione ebraica, che potremo compendiare in tre punti:
(a)Se sia vero, o viceversa non sia vero, che all’interno del sistema di potere imperiale USA esista una lobby ebraica, supportata o meno da un capitale specificatamente ebraico (inteso ovviamente in modo non razziale, ma di gruppi di capitalisti e finanzieri ebrei ideologicamente sionisti). Se questo non è vero, il problema cade. Ma se invece è anche solo in parte vero, perché i cialtroni mediatici e universitari lo nascondono, e hanno paura di parlarne per malinteso rispetto dei morti innocenti delle persecuzioni genocide hitleriane (che non mi sogno affatto di “negare”, e neppure di minimizzare, giustificare o “contestualizzare”)?
(b)Se è vero, o anche solo plausibile, che esista un cosiddetto Male Assoluto (la persecuzione antisemita, appunto), imparagonabile in via di principio con qualunque altra, o se questa cialtroneria sia soltanto un’ideologia di giustificazione rivolta ad altri scopi (sopra di tutto, l’assoluzione di Israele dai suoi crimini spaventosi), finalizzata a una nuova e inedita Religione Olocaustica senza Dio, rivolta a un pubblico nichilista e relativista che ha spazzato via, tramite Darwin e la cosiddetta “Scienza moderna”, le vecchie religioni monoteistiche, ma è pronto ad aderire a una nuova religione atea fondata sulla mancata elaborazione interminabile del complesso di colpa per avere permesso il Male Assoluto (vedi Eva e il serpente o, ancora meglio, Freud, Totem e Tabù e soprattutto Mosè ed il Monoteismo)?
(c) Se è vero, o viceversa sia un’intollerabile e cialtronesca menzogna, che ogni critica radicale al sionismo ed alle sue basi ideologiche di giustificazione storica, sia la forma con cui oggi si manifesta l’eterno antisemitismo, da Caligola ad Hitler passando per San Bernardino da Siena, critica al sionismo da non confondersi con la condanna e la denuncia dei mostruosi crimini politici e militari dello Stato d’Israele, che peraltro ne derivano abbastanza linearmente?
Si tratta di discutere questi tre punti, ma soprattutto di non “fare i pesci in barile”, introiettando il terrore di essere definiti antisemiti da una banda impunita di mascalzoni.
2. Tralasciando la ricca bibliografia in proposito, si può cominciare dalla Questione Ebraica di Marx (cfr. Sulla Questione Ebraica, a cura di Diego Fusaro, Bompiani, Milano 2007). Non sono mancati ovviamente i cialtroni che hanno trasformato questo testo in un testo antisemita (Fusaro, pp.66-69). Ma è chiaro che Marx, nipote e figlio di ebrei, non era in alcun modo un “ebreo che odiava se stesso” (si tratta della dicitura standard politicamente corretta rivolta a tutti gli ebrei critici del sionismo, da non confondersi con gli “israeliani buoni per l’esportazione”, tipo Yehoshua, Oz e Grossmann), ma era un critico radicale del capitalismo e del denaro come medium di connessione della sintesi sociale capitalistica. Marx può avere avuto ragione o può avere avuto torto (oppure, può avere esagerato) nel connettere lo spirito ebraico con lo spirito capitalistico, ma certamente non intendeva fare nessun antisemitismo.
3. Poniamoci spregiudicatamente la domanda: è vero che lo spirito ebraico è inestricabilmente connesso con l’usura, con il denaro, con il capitale finanziario, con il prestito ad interesse?
Trascurando una gigantesca bibliografia, risponderò brevemente: NO, bisogna rispondere no, pacatamente ma fermamente.
È vero che, per ragioni storiche ampiamente note, gli ebrei potevano prestare ad interesse quando i cristiani non potevano ancora farlo (fino al 1140-1180 circa e l’invenzione del Purgatorio), ma questo fa parte della divisione del lavoro sociale all’interno di un modo di produzione (Léon, Sombart, eccetera). Ma la riduzione dello spirito ebraico al denaro è una ridicola semplificazione. C’è anche la Scienza (Freud, Einstein, eccetera), il messianesimo filosofico e politico (Marx, Trotzky, Benjamin, Bloch, eccetera), e molte altre cose. Quindi rispondiamo pacatamente e tranquillamente NO. E no non perché ci sentiamo sul collo il fiato fetido del Politicamente Corretto, ma semplicemente perché non corrisponderebbe a verità.
4. Ha un fondamento il razzismo antiebraico? Qui mi permetto solo due brevi citazioni di G. Barbujani (cfr. L’invenzione delle razze, Bompiani, Milano 2006). La prima: “Nessuno studio ha dimostrato che nella nostra specie esistono razze ben distinte, come nei cani e nei cavalli”. La seconda: “Le razze ce le siamo inventate, le abbiamo prese sul serio per secoli, ma adesso ne sappiamo abbastanza per lasciarle perdere”. E, con questo, è detto tutto.
5. Esistono lobby ebraiche, negli USA ed in quasi tutti i Paesi in cui esistono Comunità ebraiche organizzate ad orientamento sionista ultramaggioritario, espressione che esenta per definizione singoli gruppi minoritari e dissenzienti di ebrei antisionisti, non sionisti, indifferenti al sionismo, o anche solo critici dei crimini israeliani?
Ovviamente SI. Nessuna persona onesta potrebbe negarlo seriamente. Eppure il Politicamente Corretto ha creato un clima paranoico tale per cui, anche solo fare un riferimento a questa realtà incontrovertibile, è immediatamente assimilato all’antisemitismo, identificato nel simbolismo comune mediatico manipolato con l’approvazione, esplicita o implicita, ai crimini sterministici di Hitler. Il tradimento degli intellettuali consiste nel non denunciare questo fatto che, nel linguaggio del leghista Calderoli, potremmo definire una “porcata”.
6. Esistono Mali Assoluti? L’espressione è religiosa, non storica, perché nella Storia umana concreta non esiste per definizione nulla di Assoluto, ma tutto è Relativo ai soggetti umani, individuali e sociali che lo hanno promosso, ispirato, criticato, combattuto, permesso, od impedito. Esiste invece il perdonabile e lo scusabile, e per converso l’imperdonabile e l’inscusabile.
Ho insegnato Storia nei licei italiani per 35 anni, e formulerei così il problema: “Auschwitz, così come del resto alcune altre decine di fatti umani, è ingiustificabile, imperdonabile ed inscusabile (a pari grado con Hiroshima, del resto). Esso non dev’essere dimenticato, non solo per la memoria delle sue vittime, ma perché se ne tragga una lezione collettiva in modo che non si ripeta più. Se invece si trattasse di qualcosa di Assoluto, inesplicabile, e della semplice irruzione del MALE ASSOLUTO nella Storia, paradossalmente non se ne potrebbero trarre insegnamenti, perché l’Assolutamente Diabolico è incommensurabile, ed è allora una fatalità come un terremoto, che nulla può realmente impedire”.
Come si vede, il “relativizzare” Auschwitz non solo non equivale a giustificarlo ed a banalizzarlo, ma anzi paradossalmente al contrario è il solo modo di farne un oggetto d’insegnamento per il futuro.
7. Ma chi segue la linea del Male Assoluto, imparagonabile a qualsiasi altro evento storico passato, presente o futuro (perché è questo l’Assoluto, impadronirsi non solo del passato e del presente, ma anche del futuro), se ne frega completamente di questo nobile scopo (la memoria del passato come prevenzione del futuro), ma ha di mira semplicemente una posizione simbolica di potere nel presente, e cioè la Religione Olocaustica come giustificazione permanente degli orribili crimini sionisti (I) e come giuramento occidentalistico europeo alla subordinazione all’Impero americano sulla base della “colpa inespiabile” della Germania, cuore politico dell’Europa condannata per sempre a non poter mai più essere un Paese “politico”, ma solo un eterno penitente inespiabile (II).
A questo serve l’insostenibile idiozia del Male Assoluto, che nulla ha a che fare con la condanna (senza se e senza ma)di Hitler. Fra mille citazioni mi limito soltanto a due citazioni italiane, particolarmente grottesche:
(a)Elena Lowenthal (cfr. La Stampa, 19-1-08): “L’Olocausto sfugge drasticamente ad ogni Fenomenologia della Storia, divina ed umana”. In traduzione, la signora Lowenthal dice che quanto è successo fra il 1939 ed il 1945 non fa parte della Storia, né della Storia divina come teodicea (Voltaire, Leibniz, eccetera), né della Storia umana dalle piramidi ad oggi. Si tratta di un’idiozia insostenibile, offensiva nei confronti dei milioni di persone vittime di macelli ingiustificati ed ingiustificabili. Hitler trattava gli ebrei come nemici collettivi del popolo tedesco, cosa infame perché restaurava il principio assiro-babilonese (e poi sionista)della responsabilità collettiva, ma non era affatto “inesplicabile”. Era del tutto spiegabile, ma anche moralmente criminale. Fra parentesi, ecco un buon argomento contro chi separa totalmente la Politica dalla morale. In base alla separazione di Politica e morale, mancherebbero argomenti per condannare Hitler, se non il fatto che ha perduto disponendo di meno acciaio e petrolio di Churchill, Roosvelt e Stalin. Vogliamo proprio arrivare lì? Non credo. Io, almeno, non ci voglio arrivare.
(b)Corrado Augias (cfr. La Repubblica, 7-5-09): “C’è un elemento misterioso in quello sterminio, appartiene all’irrazionale, alla parte buia dell’animo umano. Questo rende la Shoah il Male Assoluto”. Augias, mediocre giornalista romanesco, laico antiberlusconiano, si spaccia per storico, ed ha scritto recentemente due mediocri libercoli per dimostrare in breve che Gesù era soltanto un Uomo, ed anzi probabilmente un gay, che dunque non era Dio, e che Ratzinger dovrebbe andarsi a nascondere, ed a mettere al posto di San Pietro e del Vaticano un Centro Studi su Darwin e l’Evoluzione, insieme con Flores d’Arcais e “Micromega”. Tutto è quindi Storia, anche e soprattutto Gesù, salvo l’Olocausto, che invece appartiene non alla Storia, ma alla parte buia dell’Umanità.
8. Si rendono conto il signor Augias e la signora Lowenthal che con queste vergognose idiozie contribuiscono al sorgere di un vero e proprio antisemitismo, che va anzi al di là del sacrosanto antisionismo propriamente detto, che con l’antisemitismo non ha nulla a che spartire?
Non lo so. Non li conosco, confesso che non m’interessa neppure conoscerli. Credo che vi siano due possibilità.
(a)Non se ne rendono conto, sulla base della nota soggettività unilaterale dei soggetti storici, che già Marx interpretò sulla base della categoria della “Falsa Coscienza Necessaria” degli aggetti ideologici.
(b)Se ne rendono conto, ma non gliene frega niente, perché devono soltanto imporre un giuramento simbolico di sottomissione spirituale a tre sole categorie oligarchiche, il ceto politico, il circo mediatico, ed il clero universitario. Il resto per loro è plebe senza voce fuori dal potere.
9. Una cosa, però, costoro non otterranno: farci diventare antisemiti per reazione alle loro menzogne. Questo non l’otterranno. Chi ha una base filosofica ed umanistica non diventerà mai antisemita. Avrà soltanto una repulsione nominativa, e non certo “collettiva”, per chi diffonde certe imperdonabili cialtronerie.
Torino 2011
Sto leggendo “La Israel lobby e la politica estera americana” di Mearsheimer e Walt, ve lo consiglio, per integrare il discorso e rapportarlo all’attualità.