Morto d’indifferenza: di chi?

feb 24th, 2010 | Di | Categoria: Primo Piano

Su queste pagine abbiamo più volte affrontato il problema del razzismo e dell’intolleranza montante ai più vari livelli. In questo articolo vorremmo però affrontare la questione da un punto di vista diverso. La domenica di San Valentino un giovanissimo maghrebino, Sahid Belamel, è morto assiderato a Ferrara senza che nessun “onesto” cittadino abbia avuto la coscienza di fermarsi per aiutarlo.  Una storia purtroppo che in questo paese di brava gente è ormai all’ordine del giorno. La cosa nuova è però che il 20 febbraio il quotidiano La Nuova Ferrara ha pubblicato un necrologio provocatorio, titolando: “Perchè nessuno l’ha aiutato?“.IMG_09

Dopo questa provocazione numerosi sono stati i servizi su giornali e telegiornali, come quello su Studio Aperto. Guardatelo con attenzione. Non c’è nulla da ridire. Servizio corretto, informazioni precise, giuste accuse nei confronti dell’indifferenza. Cosa c’è allora che non va? Non va che la causa di questo ed altri episodi che quotidianamente si succedono sul territorio italiano non è certamente un improvviso razzismo nato in seno al popolo italiano né, tantomeno, come sostiene l’estrema sinistra, conseguenza esclusiva dell’azione del Governo Berlusconi e della Lega Nord in materia d’immigrazione.

Le cause vanno molto al di là e sono essenzialmente di natura culturale, i cui attori principali sono proprio i mass media e i mezzi di comunicazione.  Strumenti che oggi sono più forti di quanto si possa immaginare e che hanno trasformato il sentire comune attraverso campagne per la sicurezza contro l’immigrato clandestino riuscendo ad equiparare nell’immaginario collettivo l’immigrato al delinquente (basta vedere le facce dei nostri concittadini quando appare un immigrato per rendersi conto di ciò). Ebbene, ora cosa fanno questi mezzi di comunicazione? S’indigano, gridano allo scandalo perchè si è lasciato morire al freddo un povero ragazzo immigrato che aveva la sola colpa di essere uno straniero? L’indignazione dovrebbe essere piuttosto la nostra nei loro confronti. Nei confronti di chi per sviare i problemi che il capitalismo pone ha preferito trovare un semplice e facile capro espiatorio nei confronti del quale far riversare la rabbia dei dominati e che è stata utilizzata da padroni e padroncini per maggiormente sfruttare i lavoratori immigrati e italiani (il capitalismo da questo punto di vista non si fa certo nessun problema di “razza“).

Un grande lavoro dunque ci attende: riuscire a far comprendere come il razzismo messo in moto da questi anni dalla stampa (e che, come abbiamo visto in quest’occasione, viene poi strumentalmente attaccato) non è nient’altro che il mezzo con cui creare una guerra tra poveri a loro funzionale perchè tanto più i diritti dei lavoratori saranno negati, tanto più lo saranno anche quelli degli italiani.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

e fui contento, perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei

e stetti zitto, perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,

e fui sollevato, perchè mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,

e io non dissi niente, perchè non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,

e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(Bertold Brecht)

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