Il popolo web e di Fb è xenofobo e razzista: lo dice una ricerca
feb 20th, 2010 | Di Rodolfo Monacelli | Categoria: Cultura e societàStudio Swg: ben quattrocento pagine «dedicate»
al razzismo anti «terroni» e anti napoletani
NAPOLI – Web e social network nuove frontiere anche per il razzismo. Sono oltre un migliaio i gruppi su Facebook che dichiarano o si manifestano razzisti e xenofobi. È quanto emerge dalla ricerca «Io e gli altri. I giovani nel vortice dei cambiamenti», promossa dalla Conferenza dei presidenti dei consigli regionali, presentata oggi alla Camera e realizzata da Swg. Pur se l’indagine realizzata tra l’ottobre e il novembre scorso non può essere considerata un censimento vero e proprio perché quella di internet è una realtà che varia continuamente ha tuttavia «un valore indicativo», dice Enzo Risso della società che ha realizzato l’analisi.
LE CIFRE – Un centinaio di gruppi si dichiarano anti musulmani, 350 anti immigrati, alcuni dei quali raggiungono anche punte di settemila iscritti, stesse cifre che si raggiungono anche tra i 300 anti zingari e, potevano non esserci, anche 400 pagine «dedicate» al razzismo anti «terroni» e anti napoletani.
LO STUDIO – Tra tutti i gruppi pur se diversi per tipologie razzistiche, quasi la metà dichiara verso gli stranieri atteggiamenti di chiusura, che per un 20 per cento sfocia addirittura in vera e propria xenofobia, mentre è solo il 40 per cento di questi gruppi che manifestano apertura verso altre etnie. Di cui quella Romeno-rom-albanese è il bersaglio principale soprattutto da parte delle donne. Nell’area tendenzialmente fobica c’è poi spazio anche gli xenofobi «per elezione», che rappresentano una fetta del 20 per cento, che non esprime forme di odio violente, quel che conta per queste persone è che le alte etnie se ne stiano lontane, possibilmente fuori dall’Italia. Sempre nello stesso gruppo un 10 per cento invece riunisce soggetti con comportamenti improntati al razzismo, mentre al centro, lo studio posiziona i «mixofobici», giovani che non sono del tutto proiettati verso la chiusura, ma neppure verso il suo opposto e che vivono un sentimento di fastidio verso ciò che li allontana dalla loro identità.
IL PROFILO – Ostenta superiorità e persistente bisogno di potenza il giovane razzista che emerge dall’analisi sul web. Ha atteggiamenti omofobici, spinte antisemitiche con la convinzione dell’inferiorità delle donne, e non accetta nessuna razza o etnia diversa dalla propria. Un profilo, questo, che rappresenta la punta più estrema del razzismo, e che seppur riguarda solo il 10, 7 per cento dei giovani, risulta, non di meno, estremamente preoccupante. L’indagine definisce questi soggetti come un «clan» che sviluppa un forte senso di appartenenza e che ha trovato nella rete il proprio ambito di espressione e riconoscimento, oltre che, il proprio megafono.
Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it