La distorsione geopolitica e i corsi ed i ricorsi capitalistici

gen 7th, 2011 | Di | Categoria: Dibattito Politico

di Eugenio Orso

Sembra che si stia arrivando “alla frutta”, ed anche oltre, al caffè e al conto, in certi ambienti teorici in cui si dichiara di analizzare le dinamiche capitalistiche in modo rigorosamente scientifico, senza nulla concedere a quisquilie quali la socialità, la complessità antropologica, l’etica e la giustizia distributiva, la difesa dell’ambiente naturale, e chi più ne ha più ne metta, fino ad arrivare all’umanesimo o ancora oltre, alla stessa ricerca di un senso da dare vita, che consentisse di uscire dalle “gabbie d’acciaio “ in cui il modo di produzione dominante tende a rinchiuderci.

L’uomo, in queste analisi, non conta assolutamente niente, è come se in queste vicende avesse una parte esclusivamente nella veste di “agente strategico capitalistico” o di “funzionario del capitale”, diventando un puro ruolo.

Ciò comporta, quindi, l’esclusione di gran parte dell’umanità dalle analisi stesse, analisi che pur dovrebbero riguardare le società umane e la storia universale, non trattandosi certo di osservazioni naturalistiche, come quelle dell’ornitologo che studia le abitudini dei volatili, o di studi scientifici relativi alle particelle di Planck in fisica subatomica.

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21 commenti
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  1. Buffone, quando vuoi criticare a fondo un autore o un gruppo di autori, fanne il nome, citane i passaggi, e gioca a carte scoperte.

  2. Venti minuti di piacevole, salutare ed istruttiva lettura. Se ne consiglia la somministrazione quale vaccino per prevenire malattie neurodegenarative conflittualstrategiche!

    Ludovico

  3. Dare del “buffone” mettendo un nome che potrebbe anche essere di fantasia è insensato. Sarebbe bene riportare in alto il livello del dibattito e lasciare indietro i commenti di “pancia”…

  4. Per Guglielmo

    Buffone?
    Questo insulto mi mancava.
    Ormai sto collezionando contumelie, insulti ed attacchi personali, e la cosa mi sembra persino divertente …
    Fa niente, non ho intenzione di rispondere con dei controinsulti – scivolando in una ben nota spirale di attacchi personali e contro-attacchi – - tanto so bene che i veri e più abbietti buffoni sono i servi del capitalismo mascherati, esattamente come quelli che io mi sono prefisso di smascherare.

    Eugenio Orso

  5. Scusate, al di là della mia partecipazione occasioneale nel sito Conflitti e Strategie (che ritengo un onore, in virtù della mia profonda stima per il Professor La Grassa) vorrei sottolineare le assolute imprecisioni teoriche e storiografiche nella definizione di geopolitica e la confusione totale dell’autore, specie nella parte finale del suo articolo. Spero che una mia recentepubblicazione possa servire da riposta indiretta per capire che la geopolitica è uno strumento scientifico al pari di tanti altri, e che abbandonarla (tra l’altro lo stesso Preve l’ha saggiamente introdotta nel dibattito marxista nazionale diversi anni fa) e tacciarla di certe caratteristiche è ingiusto e ingeneroso, oltre che indebito. Si abbia almeno il rispetto per chi, pur stimando diverse disamine di Comunismo e Comunità, si occupa di altri argomenti che non siano lo studio teoretico della componente più filosofica del marxismo (che pure è fondamentale e apprezzabile, ovviamente, in quanto epistemologia del pensiero di Marx ed Engels).

    http://rivistastrategos.wordpress.com/2011/01/09/analisi-in-difesa-della-geopolitica/

    Con stima, ma con profondo rammarico per questa gratuita campagna d’astio e d’insulto da parte di Eugenio Orso

    Andrea Fais

  6. Concordo con la prima parte dell’articolo di Eugenio Orso, che pone sul piatto problemi che smuovono le mie “corde”. L’unico appunto che faccio è sulla considerazione della geopolitica come “disciplina ibrida e tributaria della politica e della geografia che ha circa un secolo di vita”, anche se poi c’è la correzione del tiro, criticandone la “sua distorsione ideologizzante, se non addirittura misticheggiante”.

    Quello che si critica qui è la geografia politica ottocentesca, cosa ben diversa dall’analisi scientifica geopolitica, che può essere interna o esterna, che a me preme di conservare, quella derivata dallo studioso Lacoste.

    Per quanto riguarda l’euroasiatismo è un’opzione legittima in campo, insieme all’euroatlantismo, l’eurocentrismo, etc. Io non me la sento di appoggiarlo, chiaramente, come fa Costanzo Preve, per esempio, portando avanti un discorso coerente e razionale, sicuramente lontano da quello che fanno i cosiddetti “euroasiatisti” italiani e non. Immaginarsi come a capo di una nazione, addirittura pensare di influenzare le scelte di politica estera di questo Stato, che è totalmente inserito nella compagine euro-atlantica, secondo me è una perdita di tempo. Può essere un’indicazione per il futuro, ma io credo che i tempi non siano maturi per questo e, soprattutto, che non dobbiamo togliere tempo a ben altri punti nodali da risolvere qui ed ora.

    Un caro saluto allo stimolante Eugenio Orso

  7. Per Andrea Fais

    In effetti ci sono delle imprecisioni sulla nascita della Geopolitica e sulla sua considerazione generale. Ho scritto io stesso due articoli per la rivista, tempo addietro, per introdurre con assoluta convinzione l’analisi geopolitica come strumento di conoscenza degli scontri interni o esterni di gruppi di potere. Spero che tu l’abbia letto.

    La posizione di rifiuto di Eugenio Orso è, però, altrettanto legittima, anche se lo inviterei anche io ad una lettura più approfondita delle teorie sulle quali si basa la geopolitica, che sono sicuramente molto diverse tra i vari autori. Tant’è che io suggerii di prendere a prestito la formulazione teorica di Lacoste, rigettando le altre.

    Una cosa che mi sorprende, Andrea Fais, è che nel tuo pezzo in difesa della geopolitica citi anche il mio Maestro Giuseppe Bettoni, senza citare mai il suo, Lacoste…ovviamente non è un caso…

  8. Certo, indignarsi per qualche parola troppo forte di Orso e non dire nulla contro chi si augurava l’intervento della polizia, che avrebbe dovuto riempire di mazzate gli studenti e i lavoratori, fa capire molte cose.

  9. Attenzione.
    Chi è questo Fais e, soprattutto, come si permette?

    Sono stufo di questi pelosi fraintendimenti e di dover rispondere a individui chiaramente in malafede.
    Io non sono per niente confuso e riesco ad individuare molto bene dove si nascondono gli ausiliari, per quanto piccoli ed insignificanti, del Nemico.
    Mi sono soltanto prefisso di smascherarli.
    Comunismo e Comunità non c’entra, in tutto questo, e segue la sua strada, così come io seguo la mia.
    Costanzo Preve c’entra ancor meno, in tal caso, ed è inutile chiamarlo capziosamente in causa esclusivamente perché non si hanno argomenti veri per controbattere o ci si sente scoperti come dei ladri.
    L’assoluta confusione la crea, volutamente, chi maschera posizioni filocapitaliste e le spaccia per “analisi scientifica rigorosa” o per “analisi geopolitica”.
    Qui non è in discussione la geopolitica in quanto tale, e questo l’ho scritto chiaramente.
    Capito “sapientino”?
    E non nasconderti dietro un dito, vigliaccamente, dicendo che “collabori saltuariamente” con una certa parte, come se fosse così per caso.
    Non fare il buonista ipocrita stigmatizzando l’atteggiamento del “cattivo” Eugenio Orso e cercando di ruffianarti con gli altri.
    Non rammaricarti per i “gravi insulti” di Orso, ben motivati, mentre altri, che tu conosci benissimo perché li frequenti, quotidianamente, stando con il culo al caldo insultano bestialmente lavoratori, disoccupati, pensionati a 600 euro al mese, invocando nel caso osino alzare la testa bastonature in piazza.
    Se tu collabori con la banda che hai citato significa che la pensi come loro, e che quindi sei come loro.
    Voi non vi “occupate di altri argomenti”, voi supportate vigliaccamente -senza avere il coraggio di affermarlo alla luce del sole – il capitalismo più abbietto e le sue stragi, in termini sociali, del lavoro, nell’ambiente.
    Ne consegue che le tue accuse non hanno alcun valore e non devono neppure essere considerate, almeno per quanto mi riguarda.

    Ho detto

    Eugenio Orso

  10. Maurizio Neri ha ragione da vendere! Gli insulti di Orso saranno pure stati pesanti, ma sono nulla a confronto di ciò che è stato scritto dalla banda dei “buoni”, che continuano a suggerire al Governo – come se li ascoltasse, oltretutto – di bastonare chi si ribella.

  11. Queste risposte dimostrano pesante paranoia e incapacità di rispetto verso gli altri…
    Io non mi voglio arruffianare verso nessuno e non auguro mazzate a nessuno, nè mi pare di averlo mai scritto. Ce l’ho coi centri sociali e coi finti ribelli del fine settimana, ma questo è un altro discorso. Prima di parlare di qualcuno bisognerebbe conoscerlo. Fino ad allora ci si può solo attenere a quanto scritto e pubblicato.
    Saluti.

    AF

  12. Col mio “culo al caldo” guadagno la milionesima parte di quello che ha in banca gente come Landini o come Casarini e gli amici “antimperialisti”.
    Venire a fare i conti in tasca a me è semplice e infame. Falli ai “compagni di lotta” e alla manovalanza da stadio dei Movimenti. Vediamo che esce fuori.

  13. A questo punto sarebbe bene “staccare la spina” e non rispondere ai provocatori come se si trattasse di interlocutori in buona fede, con i quali stabilire un vero dibattito.
    Anzi, potreste non pubblicare i loro commenti e pubblicare soltanto quelli degli altri, se ve ne saranno.
    Questo è il mio consiglio.
    Auguro a Comunismo e Comunità, per il futuro, di diventare un centro che irradia il pensiero alternativo e [di conseguenza] rivoluzionario con un ampio raggio di azione.
    Io mi ritiro dalla polemica perché ogni cosa deve avere una fine.

    Saluti

    Eugenio Orso

  14. Per Andrea Fais

    Infatti ci si basa su quanto scritto su C&S dal tuo stimato Professore (con la P maiuscola), che tu condividi. Le critiche tout court ai “ribelli del fine settimana” o ai “centri sociali” lasciano il tempo che trovano, soprattutto perché sono le solite “critiche” – se così possiamo definirle – che provengono da ambienti improduttivi di qualsivoglia teoria utile alle forze anticapitaliste, che si pongono come fine il superamento dell’attuale modo di produzione in favore di un modello comunista comunitario.

    Il dialogo ed il dibattito sono interessanti fino a che si tenta di giungere ad un punto. Quando si parla solo per difendere la propria posizione, senza ascoltare le critiche degli altri è inutile discutere.

  15. Mi permetto di intervenire per dare un consiglio ad Eugenio Orso: esprimi e sprizza da tutti i tuoi pori l’ostilità a certe posizioni; ma proprio per dare vigore e maggiore sostenibilità alle tue argomentazioni evita, per favore, di usare un linguaggio che ci costringe inevitabilmente in una spirale internettara di cui nessuno qui sente la mancanza. Non è una questione di buona educazione, è solo questione di metodologia.
    Saluti.

  16. Credo che in una discussione serrata la polemica, anche forte, sia assolutamente legittima, tranne quando si mette in discussione proprio la legittimità dell’interlocutore. Caro E. Orso, apprezzo molto i tuoi scritti, tra cui anche il saggio scritto insieme a Costanzo Preve (il più grande filosofo vivente, non solo “marxista”, concordo pienamente), ma credo che incaponirsi in uno scontro a distanza con C&S sia non dico inutile, ma improduttivo. Gianfranco La Grassa è stato, a mio avviso, uno dei più originali pensatori critici di derivazione marxista degli ultimi decenni, forse l’unico, insieme a Costanzo Preve, a tentare una decostruzione radicale della teoria marxiana e del marxismo successivo, e, nel contempo, tentare di rielaborare un nuovo percorso che si ponesse l’obiettivo di porre le basi per una nuova teoria critica che non abbandonasse la parte ancora viva del pensiero marxiano. Purtroppo La Grassa negli ultimi anni ha sposato un impianto teorico che si concentra unicamente sui conflitti interdominanti, dalla cui scena spariscono i dominati. Chiaramente una teoria critica che non contempla al suo interno i due piani del conflitto (quello orizzontale e quello verticale), pur se di fase, non può dirsi a mio modesto parere rivoluzionaria. D’altronde nel blog-sito C&S non vi è più alcuna traccia di un qualche accenno, seppur vago, di un’elaborazione teorica che si ponga l’obiettivo di una critica anticapitalista, anzi il termine in sè (anticapitalismo) sembra sparito dal lessico lagrassiano, così come risulta quasi ossessiva la sua avversione per chiunque si richiami al comunismo (comunque declinato) . Ma questo non è un tradimento, è un’evoluzione teorica coerente con una deriva “scientista” che considera una formazione sociale un oggetto da laboratorio, quasi che si potesse studiare con i metodi delle scienze naturali. Lasciamo i “conflittisti” ai loro conflitti interdominanti e concentriamoci invece sulle nuove contraddizioni che l’attuale formazione sociale capitalista porta con sè endemicamente. Da questo punto di vista Comunismo e Comunità può dare un contributo utilissimo, sia nell’analisi dei fenomeni, sia cercando di instaurare un discorso più militante, che si ponga, pur nelle attuali condizioni di difficoltà estreme, l’obiettivo di dare un contributo alla costruzione di un discorso più “militante”, che non può non partire a mio avviso dalle istanze del mondo del lavoro (subordinato e non).

  17. Pasquale S., complimenti, concordo su tutto.

  18. Sono d’accordo con Pasquale, anzi, se ne hai voglia, contattaci, così ci incontriamo dal vivo.

  19. Vi ringrazio per aver apprezzato il mio modesto intervento. Appena possibile, se e quando il llavoro me lo consentirà (sono anch’io un lavoratore dipendente) e riuscirò a venire da Napoli (la mia città) nella capitale, mi farebbe piacere interloquire con voi dal vivo.
    pasquale s.

  20. Io vorrei soffermarmi sulla parte iniziale dell’articolo. Finalmente un compagno che parla di UOMO e di UMANESIMO. Io credo che il comunismo, quello vero, sia la trasposizione dell’umanesimo alla sociologia. Un altro aspetto che vorrei sottolineare e, che potrebbe sembrare fuori tema, è che nel discorso tra cicli e ricicli del capitalismo vada inserita l’analisi di un compagno come Mario Mineo: crisi di regime. Sarei felice se la redazione volesse dedicare uno spazio all’analisi di Mineo.

  21. Lo stipendio di Landini
    http://www.youtube.com/watch?v=Ang_ln9ksXU

    e basta con gli slogan e le frasi fatte riportate pari pari da “il giornale”
    Conflitti e strategie, e i suoi scribacchini, anzichè preoccuparsi dello stipendio di Marchionne pensano a quello dei rappresentanti dei lavoratori.
    Filo Capitalisti e neanche più mascherati.

    Poi vorrei ricordare a tutti quelli che ancora ritengono La Grassa un teorico di qualcosa, che l’esimio prof. ha la stessa identica linea di Emilio Fede, picchiare, bastonare, massacrare tutti quelli che osano disturbare il manovratore.
    La differenza quale sarebbe che Fede è una “macchietta” e La Grassa è stato
    un intellettuale marxista?

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