I tre comunismi
nov 29th, 2010 | Di Eugenio Orso | Categoria: Teoria e criticadi Eugenio Orso
Comunismo individualistico, comunismo moltitudinarioe comunismo comunitario
Dedico questo modesto saggio politico
ai compagni romani di Comunismo e Comunità,
ai compagni della Fiom di Trieste,
ai compagni torinesi di Socialismo XXI secolo
e al più grande filosofo italiano vivente,
Costanzo Preve
Eugenio Orso
Indice
I tre comunismi pag. 1
Comunismo individualistico pag. 7
Comunismo moltitudinario pag. 14
Comunismo comunitario pag. 25
I tre comunismi
Nel deserto di alternative concrete al liberalcapitalismo, così come ci appare la nostra società dopo la vittoria delle forze liberal‐liberiste e l’imposizione dei loro modelli economici, del loro ordine politico e dei loro stili di vita, la parola comunismo – di cui si fa ancora un grande uso ed abuso – assume una molteplicità di significati, in parte significativa negativi o spregiativi, che pur nella deformazione ideologica e culturale del presente riecheggiano il dibattito politico, le costruzioni teorico‐ideologiche pregresse, nonché le diverse visioni filosofiche degli ultimi due secoli dello scorso millennio.
La parola comunismo non di rado diventa un atto d’accusa o assume la funzione di uno spauracchio, agitato da chi insinua l’inevitabilità del ritorno al Novecento, quale secolo e sede storica dei grandi totalitarismi, nel caso si osi deviare dalla strada tracciata e imposta da questo capitalismo, ammantato di democrazia neoliberale e di rispetto formale dei diritti individuali, ma nella sostanza liberiticida.
Nel contempo, il comunismo sopravvive come una speranza dura a morire – nonostante il collasso sovietico e la progressiva dissoluzione dei paradigmi marxisti – per una parte sempre più minoritaria dei subalterni e dei resistenti.
Quando si usa questa espressione, a tutti i livelli, nei discorsi da bar come nei talk‐show televisivi, negli articoli giornalistici come nei dibattiti politici, ci si riferisce quasi per default a quello che il filosofo Costanzo Preve ha definito il comunismo novecentesco realmente esistito, che inevitabilmente presenta sullo sfondo la controversa esperienza dell’Unione Sovietica.
Ci si riferisce ad uno soltanto dei possibili comunismi, quello effettivamente realizzato e quello che “ha fallito”, collassando alla fine del Novecento in seguito a problemi interni irrisolti e a pressioni esterne capitalistiche.
Non di rado in tali circostanze, prigionieri dello “spirito del tempo”, si ricorre ad una volgarizzazione semplificatrice ad uso divulgativo e propagandistico del canone marxista tradizionale, così come si è costituito alla fine dell’Ottocento [Engels e Kautsky], dei più noti non‐conformismi che lo hanno successivamente emendato [Lenin, Luxemburg, Trotzky], non risparmiando e talora travisando lo stesso pensiero originale di Marx.
Quasi mai si parla di altri comunismi, della possibilità che il comunismo assuma altre ed originali forme, diverse da quelle più note che ha assunto nei due secoli precedenti e che difficilmente la storia futura consentirà di replicare.
Del resto, le soggettività completamente immerse nei rapporti sociali contemporanei, non sono certo portate a pensare che il comunismo, in una forma teorica e pratica difforme da quella che ha assunto nel Novecento, potrà riaffermarsi come nuovo paradigma ed alternativa concreta al modo di produzione 1
Eugenio Orso I tre comunismi Novembre 2010
dominante, alla società individualistica, frammentata ma per certi aspetti uniforme e “normalizzata” che questo modo di produzione ha generato, e quale ostacolo al suo ferale tentativo di egemonizzazione del mondo attraverso il mercatismo e la finanziarizzazione.
O tutto è rinviato ad un futuro remotissimo, in cui come nei romanzi d’anticipazione scientifica, un evento eclatante, una scoperta scientifica sensazionale, o una decisiva mutazione della natura umana renderanno possibile il superamento del capitalismo e del concetto di proprietà, oppure questo non avrà mai fine, e l’umanità continuerà indefinitamente ad arrancare in un delirio economicista in cui si monetizzeranno integralmente, oltre agli elementi fondamentali per la vita come l’acqua, anche i sogni, i ricordi e la speranza.
I racconti grandi‐narrativi, a partire dall’avvento dello stadio finale comunistico e della definitiva liberazione dell’uomo realizzata dall’uomo, sembrano non funzionare più, ed oggi, in occidente, sono già materia per gli storici, fra un po’ per gli antichisti.
Tutti eccetto uno: quello relativo all’emancipazione umana, all’avanzamento e al progresso garantiti dall’affermazione piena del rapporto sociale capitalistico, e del suo miglior compendio sul piano politico, la liberldemocrazia.
Se la storia la scrivono i vincitori, in una sintesi funzionale al consolidamento e all’estensione del loro potere, ciò vale anche nel caso del comunismo storico realmente esistito e degli eventi che ne hanno determinato l’ascesa e la caduta, a partire dalla parabola sovietica, o meglio, ciò è vero per l’intera storia del comunismo, prima e dopo delle grandi lezioni di Marx, Engels e Lenin, e di tutto pensiero filosofico, teorico e politico che ne sta alla base.
C’è stato un conflitto finale nel Novecento, iniziato subito dopo la seconda guerra mondiale, e il neoliberismo – o il capitalismo ultraliberale globalista, o il neoliberalismo, che per lo scrivente non sono che facce della stessa medaglia – ha consentito la vittoria finale al capitalismo liberista in via di rapida trasformazione sull’insidiosa alternativa collettivistica sovietica, alcuni decenni dopo la sconfitta militare dei modelli antagonisti, di sostanza keynesiano‐dirigista, rappresentati dal fascismo e dal nazismo.
Non senza un’amara ironia, si può affermare che l’Unione Sovietica, con il suo apparato militar‐industriale, la sua proiezione di potenza a livello mondiale e le sue testate nucleari puntate sull’occidente capitalistico, ha pienamente e concretamente realizzato, in termini geopolitici e con un respiro planetario, ciò che hanno scritto Marx ed Engels nel Manifesto del Partito Comunista del 1848: Il comunismo è ormai riconosciuto da tutte le potenze europee come una potenza.
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credo opportuno sottolineare che per noi ideologi del socialismo reale e del socialismo democratico,in compromissione dell’attuale sistema capitalistico-liberale,cio’ che viene evidenziato e’ il modo in cui il capitalismo vince la sua battaglia.l’inganno del sogno e della speranza applicate ad un dinamismo ipnotizzante che trova sfogo e giustificazioni in alcune teorie lavorative e di sopraffazione nei confronti del rossimo e che viene quasi per far trovar sfogo e soddisfazione a chi,nel giro contiguo e’ toccato fare qualcosa che nella teoria del capitalismo di sopraffazione fa’ l’uomo duro e vero in sostituzione dell’uomo che in passato doveva cacciare e procurre cibo od altro….a completare il tutto c’e’ la chiesa che,applicando in modo prostituito le sue teorie ,libera l’animo e la coscienza dalle malefatte continue che nella vita vengono perpretate nei confronti degli altri e sopratutto nei propri confronti,sollevando alfine dalla depressione morale l’individuo,il tutto,a solo vantaggio della fascia elevata e dominante del sistema capitalistico-liberale.punto.che in russia ci sia stato un tentativo di realizzare una societa’ capace di fronteggiare questo sistema,pure.ma non sembra che,ci sia in giro,pero’,gente capace di sottolineare fortemente che un alternativa,spiegata e dimostrata,dico dimostrata,sia un sistema da prendere coraggiosamente nelle oscienze di ognuno di noi,cosa che non esiste ancora,motivo fondamentale per cui oggi le popolazioni piu’ velocemente sviluppatesi sono in crisi di identita’ e conseguentemente in depressione!ripeto.sono fermamente convinto che la crisi dei paesi sviluppati provenga dal fatto che,superata la fase dello sviluppo su un modello,(che ha soddisfatto in parte l’umanita vista solo dalpunto di vista occidentale-capitalistico-cristiano,vedi elettrodomestici etc.etc.,)il punto successivo per uscire dalla crisi,e’ riconoscere all’umanita’ piu’ di un modello su cui poter fare affidamento,uno dei quali ha una provenienza radical socialista,il tutto costa un po’ per le lobby di miliardari e arricchiti in modo assolutamente iniquo!ma cio’ che bisogna fare e’ spiegarlo chiaro alla gente e dimostrarlo,fare in modo che le masse innanzitutto comincino a capire cio’.che esiste una parte interiore dell’uomo che vale di piu’ e cioe’ la serenita’,la liberta’,l’amore della vita come valore principale e che nn bisogna allontanarla da se!
Seguo il sito comunismo e comunita’ e sarei interessato a leggere il breve saggio di E. Orso comunismo individualistico, comunismo moltitudinario e comunismo comunitario. Il sistema comunica che c’e’ un errore nel file, quindi non mi e’ stato possibile leggere l’articolo. Vorrei chiedere gentilmente a E. Orso se puo’ inviarmi il testo del suo saggio a questo indirizzo : silviorossi66@hotmail.com
Ringrazio anticipatamente e buon lavoro.
Ciao Silvio, a noi si apre correttamente, comunque ti sarà inviato, a presto.
Per Maurizio
Ci pensate voi ad inviare il pdf?
Saluti
Eugenio Orso
Tranquillo Eugenio, ci pensiamo noi, ciao.
stavolta il pdf ha proprio dei problemi. sarei grato anch’io per l’invio, e un saluto a tutti
A noi si apre, inviato a pescerosso!!!