Perchè Valerio Evangelisti si è prestato ai poteri sciocchi?
lug 16th, 2010 | Di Stefano Moracchi | Categoria: Dibattito Politicodi Stefano Moracchi
Sui termini della questione non vi tornerò per il semplice motivo che sono stati spiegati egregiamente nell’articolo di Eugenio Orso.
Come non ritornerò sul tema della sinistra comunista aristocratica.
Sappiamo che Liberazione e Rifondazione versano in cattive acque e ne abbiamo ampiamente parlato.
Dei mali che affliggono la sinistra ne ha scritto egregiamente Sergio Bologna.
Quello che mi preme sottolineare in questa sede è trovare il filo logico che lega uno scrittore bravo e giustamente famoso come Valerio Evangelisti, e un articolo confezionato nella peggiore tradizione che ricorda quello dei protocolli di Sion.
Chi scrive non crede che Valerio Evangelisti abbia scritto quell’articolo comparso sul mensile di Liberazione Su la testa per una serie di motivi, due dei quali sono fondamentali: il primo, perché ricalca delle leggende metropolitane che girano da anni in rete, e quindi è bastato fare un copia incolla. Il secondo, perché uno scrittore bravo come Valerio Evangelisti prima di scrivere si sarebbe documentato. Con questo non voglio dire che la responsabilità di Valerio Evangelisti non vi sia, dico piuttosto il contrario. Ma non mi interessa addebitare responsabilità. Quello che mi interessa capire è il perché si sia voluta carpire la buona fede di Valerio Evangelisti da parte di Rifondazione e dei pennivendoli di Liberazione.
Leggendo l’articolo, per chi si interessa di politica e vive all’interno dei movimenti, si capisce che Valerio Evangelisti non conosce affatto le questioni che affronta. L’articolo è un falso mal confezionato, che per avere una sua validità è servita la firma famosa dello scrittore e la piattaforma di Liberazione e Rifondazione, nonché la buona fede dei pochi lettori del giornale.
Rifondazione dimostra platealmente di essere alle corde, di aver perduto di credibilità, di non avere più quel consenso indiscusso (nel senso che non permetteva discussione) e che fa? invece di entrare nel merito delle proposte politiche che Costanzo Preve (mal citato nell’articolo), come ricorda Eugenio Orso, ha per anni sviluppato e pubblicato, si getta a capo chino (altro che Su la testa, qui siamo allo struzzo) e finisce per abdicare alla ragione preferendo la menzogna e la calunnia.
Sono alle corde. Non hanno più capacità ricettiva, sentono di essere non solo minoranza quanto, piuttosto, marginalità. Sono marginali nelle questioni più importanti del marxismo filosofico e del comunismo politico. Per troppi anni hanno perseguito una politica di sinistra facendo credere che fosse la stessa cosa del comunismo, dimenticando completamente di elaborare una teoria filosofica del marxismo capace di cambiare lo stato delle cose presente. Una politica di sinistra può nel migliore dei casi limitarsi a scendere in piazza, una politica comunista è rivoluzionaria perché entra nel merito del modo di produzione capitalistico e cerca una via possibile sui rapporti sociali di produzione. La globalizzazione è un nome per dire imperialismo Usa e non si può dalle colonne di Liberazione osannare Obama prima e Luxuria dopo, vincitrice dell’Isola dei Famosi, paragonandola alla vittoria del presidente nero.
Valerio Evangelisti, ripeto, è un bravo scrittore, ma si è comportato come un bravo di manzoniana memoria al soldo di don Rodrigo Ferrero.
Soltanto che, per rimanere nel filone romanzesco che tanto piace a Valerio Evangelisti, don Rodrigo Ferrero, ordinando al bravo scrittore di rapire la verità Lucia, ha scoperto il fianco all’evidenza che è sotto gli occhi di tutti: la pochezza teorica della sinistra comunista.
Il complotto contro i comunisti di Comunismo e Comunità non gli si può che ritorcere contro e lo spiega molto bene Valerio Evangelisti alla fine dell’immaginario scenario che gli è stato servito a comando, quando dice testualmente: sono pochi ma non mancano di potenziale crescita.
Quindi, di conseguenza, Rifondazione si sente minacciata per la potenziale crescita e, invece di discutere sulle elaborazioni politiche e filosofiche dei comunisti di Comunismo e Comunità rifila una polpetta avvelenata ai loro propri lettori attraverso la famosa firma di un ottimo scrittore come Valerio Evangelisti.
È questa la considerazione che Rifondazione/Liberazione ha per i suoi militanti ed elettori?
È questa la strada che intende percorrere per uscire dalle secche in cui si è da sola infilata?
Quello che ho letto nel numero di luglio di Su la testa non è degno del prestigio che Rifondazione nonostante tutto avrebbe dovuto conservare.
Consiglio a Liberazione di aprire una stagione di autocritica sulle scelte politiche di questi ultimi anni almeno. Di discutere con la propria base del perché di scelte infelici come quelle di appoggiare la Bonino alle ultime elezioni regionali nel Lazio, ad esempio.
Ma so che è inutile, in quanto, nel comitato di redazione di Su la testa vi è Salvatore Bonadonna che sta tutti i giorni nella sede dei radicali-italiani, nonché iscritto ai vari soggetti della galassia radicale.
La sinistra non ha nessuna prospettiva politica davanti a se. Questo è evidente ma indicibile. Se si cominciasse a dirlo con forza vi sarebbero certamente gli attacchi , ma ne verrebbero benefici che al momento non sono neppure prospettabili.
F.R.
Bell’articolo Stefano! Dici bene quando metti in evidenza l’incapacità di centrare l’attenzione sui temi nodali della nostra società e di stornarli su temi del tutto irrilevanti se non addirittura deleteri. Rifondazione da quando è nata non è riuscita a proporre uno straccio di elaborazione che potesse aiutare a comprendere il ciclo che si chiudeva ma soprattutto il nuovo che si apriva. Tutta presa dalla stesura di liste di candidati nelle varie tornate elettorali e nella gestione (e sotto-gestione) dell’apparato burocratico, condividendo scelte strategiche con i grandi partiti di governo (politiche economiche, privatizzazioni, aggressioni imperialistiche…). Ed ora che si trova nella condizione del cigno quando è alla fine della sua vita che fa? si lascia andare dal suo penoso “rigurgito antifascista” e sforna minestroni davvero disgustosi quindi immangiabili.
Un appunto Stefano: quando scrivi sinistra comunista si crea un po’ di confusione: questa definizione si riferisce a quella corrente politica che nasce intorno all’opposizione antistaliniana che vede come principale rappresentante Amadeo Bordiga.
Grazie Antonio per le considerazioni. Hai ragione sulla confusione sul termine sinistra comunista. Spesso per ovviare ci aggiungo aristocratica.
Siamo in transizione. Solo quando ne saremo definitivamente fuori vi sarà chiarezza.
Un saluto,
Stefano
andate a zappare nazisti
Questo è il livello culturale del sinistrume che poi se ne esce con articoli come quello di Evangelisti…
Altre affermazioni di ambito socio-letterario-filosofico micio(un nome un programma)? Siamo in attesa di un tuo messaggio dal livello culturale di questo livello.
Grazie
Per me la fate troppo lunga.
Stefano Moracchi vuoi sfatare Evangelisti?
Dichiara di essere comunista. Dopodichè facci un’analisi marxista del capitalismo e della società attuale. Dov’è il problema?..Altrimenti è normale che il dubbio rimanga!
Ma che fate? Censurate i commenti?? Ma allora Evangelisti ha ragione!
Tutti questi discorsi che ha scritto sono completamente inutili e non sciolgono il nodo fondamentale. Stefano Moracchi perchè non risponde a questa semplice domanda? Lei è marxista si o no?
Dica chiaramente che lei è comunista e tolga ogni dubbio a chi come me ha letto l’articolo di Evangelisti.
Altrimenti implicitamente dà ragione alle tesi di Evangelisti (cioè se lei non è comunista che diavolo ci fa a scrivere su una testata che si chiama ” Comunismo e Comunità”??).
Evangelisti tra le altre cose scrive di lei:
STEFANO MORACCHI, amico, ammiratore e seguace di Maurizio / Mauro Neri.
MAURO NERI, in realtà Maurizio Neri: ex militante del gruppo nazi Costruiamo l’azione, indagato (ma poi prosciolto) per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, appartenuto al Movimento Sociale Fiamma Tricolore e al Fronte Nazionale di Adriano Tilgher.
E’ davvero così? Faccia chiarezza!
Caro Valentino, di ognuno di noi puoi leggere, su questo sito e sulla rivista Comunismo e Comunità, diversi articoli che ti possono rispondere, se non rimarrai soddisfatto ritenta, noi siamo disponibilissimi, a presto.
Caro Valentino,
io in tutto quello che dico e faccio ci metto la faccia.
Le sue domande sono disponibili sul sito e in rete.
Lei pretende delle risposte dietro a un nome generico.
Per sciogliere i suoi dubbi le confido che ho scritto a Valerio Evangelisti che il sottoscritto è stato intervistato in occasione dell’uscita del mio libro a Radio Città Aperta nella rubrica di Franco Ottaviano e che sul giornale l’Unità ho aderito all’appello contro le destre a nome dell’associazione papillon rebibbia.
Se lei mi richiede tutto il materiale che possa soddisfare le sue domande (visto che non le basta quello che c’è scritto in questo sito) all’indirizzo stefanomoracchi@alice.it sarò lieto di accontentarla.
Si faccia coraggio Valentino, provi a sforzarsi un pochino e vedrà che essere comunisti significa pure metterci la faccia. Che ne dice?
La informo, inoltre, che sto ancora aspettando una risposta da Valerio Evangelisti. Oltre che da Radio Città Aperta.
Cordialmente,
Stefano Moracchi
Perfetto!
Allora mi scuso in anticipo se approfitto della sua disponibilità.
Vorrei chiederle: come si arriva al Marxismo partendo dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore e dal Fronte Nazionale di Tilgher?
Se davvero lei è approdato al Marxismo si sarà accorto dei suoi errori del passato, e potrà spiegare pubblicamente quali sono gli errori/orrori della nuova destra fascista a partire dal dopoguerra fino ai giorni nostri e perchè le analisi fasciste (e razziste, o complottiste) della realtà sono incapaci di spiegare l’attuale crisi capitalista (che si protrae dagli anni ’70) e sono incapaci di creare un’alternativa al modello unico (sia di pensiero che economico) neoliberista (di fatti fascismo e nazional-socialismo sono solo uno sviluppo estremo, e non alternativo, del potere borghese, o se vogliamo dire capitalista-imperialista, che entra in gioco nei momenti di crisi come questo.)
Nell’attesa della sua risposta le porgo cordiali saluti (nella speranza che si dichiari definitivamente COMUNISTA e SOCIALISTA INTERNAZIONALISTA, sfatando così le teorie di Evangelisti, e spiegandoci finalmente cosa è riuscito a farle aprirle gli occhi sulla realtà del mondo, piuttosto che continuare a farsi usare dai poteri forti come purtroppo avviene per i neofascisti falsi-ribelli nostrani).
Valentino, questa è la richiesta di adesione, fatta come Socialismo e Liberazioe, gruppo poi sciolto, fatta al Campo Antimperialista nel 2003, credo ci siano tutte le risposte.
Una richiesta di adesione al Campo Antimperialista
Chi abbia seguito le vicende degli ultimi anni, ha certamente afferrato le posizioni di fondo del Campo. Esse si possono esprimere in queste poche parole: sostenere i movimenti antimperialisti e rivoluzionari dei popoli oppressi, contribuire alla loro unificazione e alla saldatura con quelli nel cuore dell’Occidente. Abbiamo cercato di farlo nella massima chiarezza, spesso ricorrendo alla critica delle posizioni che ci son parse inadeguate e inconseguenti. L’antimperialismo, che solo pochi anni fa veniva considerato a destra e a manca un reperto fossile, ha ottenuto dignità e viene preso in debita considerazione. Le critiche, com’e’ naturale, ne abbiamo anche ricevute, alcune magari ce le meritavamo, altre erano del tutto ingiuste e pregiudizievoli. In alcuni casi abbiamo fatto le spese del deleterio costume di chi, invece di usare la forza della ragione e degli argomenti, e’ ricorso alla maldicenza e alla denigrazione.
Veniamo al punto.
Il Campo ha ricevuto una richiesta di adesione (la alleghiamo qui sotto) da parte del gruppo Socialismo e Liberazione (frutto dello scioglimento della vecchia organizzazione Comunitarista UCN). In diverse occasioni questo gruppo e’ stato bersaglio di vituperie da parte di alcuni a causa del fatto che certi suoi aderenti, molti anni addietro, hanno avuto una militanza in formazioni fasciste. Ovviamente nessuno contesta la plausibilità che chi in passato sia stato un nemico, possa non solo cambiare opinione, ma raggiungere il movimento rivoluzionario. I detrattori hanno rivolto un’altra accusa: secondo loro questo gruppo non ha realmente abbandonato l’imprinting di destra che alcuni suoi membri si portano appresso. A noi pare che la loro lettera, in quanto esprime un giudizio quanto mai netto del fascismo, considerato sin dalle origini un fenomeno antiproletario e imperialistico, chiarisca ogni dubbio. Oltre al rifiuto di ogni “revisionismo storico” tendente a legittimare i fascisti ponendo i repubblichini sullo stesso piano dei partigiani, limpide sono le posizioni antirazziste e internazionaliste di SeL.
E’ giusto a queste condizioni accettare questo gruppo nel campo? Noi riteniamo di si.
Questa convinzione discende dalla consapevolezza che la “sinistra” e’ oramai una deviante convenzione semantica nel cui nome vengono compiute le peggiori nefandezze. Gran parte della sinistra tradizionale e’ infatti da tempo una “destra reale”, approdata al liberismo e all’imperialismo. Non abbiamo alcun vincolo di solidarieta’ con chi ha bombardato la Jugoslavia e l’Afganistan, con chi tesse le lodi delle “democrazie” israeliana e americana, con chi si e’ augurato la vittoria dell’aggressione USA all’Iraq, con chi ha costruito i lager per gli immigrati, con chi infine vuole rimuovere l’Ar. 18.
Viviamo un periodo di profondi rimescolamenti sociali e politici, non c’e’ solo il passaggio da sinistra a destra ma, per fortuna anche il processo inverso. Uno dei punti di forza del movimento contro la guerra e’ che ha saputo accogliere e mettere in moto soggetti spesso anche molto lontani dalle tradizioni della sinistra,
Ci pareva doveroso, dato che amiamo la trasparenza e crediamo al confronto delle idee, comunicare queste cose al più vasto movimento antimperialista e antagonista di cui facciamo parte. Pronti come sempre non solo al dialogo ma pure a cambiare opinione nel caso le critiche siano oculate, razionali e convincenti. Siamo un soggetto indipendente, ma sappiamo che questa indipendenza ha un limite: il rispetto, pur critico, delle altrui posizioni nonchè delle regole che il movimento si e’ dato in decenni di lotte.
Lettera di Socialismo e Liberazione al Campo Antimperialista
Roma 18 aprile 2003
Cari compagni,
vi inviamo questa nostra lettera per chiedere ufficialmente la nostra adesione al Campo.
La decisione di fare questo passo proviene dalla constatazione politica maturata in questi anni che il Campo è l’unica struttura che si sia dato un programma coerentemente rivoluzionario, anticapitalista ed antimperialista, perseguito sia nella teoria che nella prassi.
Come aggregazione di libere individualità che hanno svolto un percorso politico impegnativo e che ha comportato una seria ed attenta autocritica, abbiamo partecipato alle ultime tre edizioni del Campo, condividendone impostazioni e finalità ed oggi pensiamo sia venuto il momento di chiedere un adesione ufficiale.
Fondamentale, per noi, è la costruzione di un vasto ed articolato Fronte antimperialista internazionale che, interpretando al meglio le lotte dei popoli oppressi, sappia creare quelle condizioni necessarie per l’abbattimento del capitalismo e la costruzione del socialismo.
Apprezziamo particolarmente, in questo senso, l’opera svolta in questi anni dal Campo sia sul piano teorico, con prese di posizione anche coraggiose sia attraverso l’intervento fattivo in seno al campo comunista nel suo complesso, che hanno sicuramente incoraggiato, chi come noi ritiene centrale la tematica antimperialista.
Le lotte di solidarietà con il popolo palestinese, con la resistenza irachena, con il popolo basco e la rivoluzione bolivariana, con gli sfruttati e gli oppressi di tutta la terra, ci trovano in piena sintonia, nel segno di un’urgente ripresa della lotta di classe sul piano interno ed internazionale, che non può non coincidere con le lotte delle masse sfruttate e proletarie in Italia come nel resto del mondo.
Non usiamo nasconderci dietro un dito e sappiamo benissimo che l’ostacolo maggiore per la nostra piena e completa adesione al Campo è rappresentata dalla militanza politica in formazioni di destra radicale di alcuni di noi che è comunque terminata molti anni orsono .
Abbiamo più volte chiarito con tutti i mezzi a nostra disposizione questo problema, che nonostante riguardi un numero limitato di due o tre persone, ha sempre rappresentato per noi un handicap di partenza.
Siamo contenti di questa opportunità per chiarire alcuni punti, speriamo in via definitiva e senza concedere nulla a possibili confusioni .
Molto sinteticamente, i pochi (visto che alla nostra Rivista ormai collaborano molti compagni che hanno avuto esperienze politiche di sinistra oppure nessuna esperienza politica), che hanno militato nella destra radicale, hanno dato un taglio netto al loro passato sulla base della semplice constatazione del carattere reazionario e filocapitalista di quell’area .
Da questo punto di partenza si è sviluppata l’analisi della contrapposizione capitale/ lavoro come fattore discriminante tra l’adesione a un’ideologia “interclassista” e capitalista come il fascismo e la scelta marxista.
Di qui si è innestata la ricerca di un percorso che tenesse conto del fattore della lotta di classe e della validità dell’analisi marxiana dei modi di produzione capitalistici, coniugando questo filone con la lotta internazionale dei popoli oppressi, in questo coadiuvati sicuramente dall’apporto di molte persone incontrate durante questo cammino culturale e politico, tra i quali sicuramente dobbiamo citare Costanzo Preve, al quale siamo debitori di una visione filosofica che attualizza il pensiero comunista in modo, secondo noi, esemplare.
In questa elaborazione pensiamo che la resistenza comunitaria popolare sia sicuramente un tassello nella variegata e tutt’ora endemica resistenza globale all’ordine imperialistico. Ma siamo altrettanto convinti che essa è destinata ad essere fenomeno localistico e controproducente se non si accompagna ad autentiche visioni sociali di liberazione internazionale e di classe.
La guerra alla Yugoslavia e all’Iraq hanno dimostrato che, o il piano dello scontro è internazionale e contempla due campi a confronto (ovvero un campo ostile a quello imperialistico americano), o lo scontro non sussiste.
Per dirla con Mao (pur non essendo noi “maoisti”), “la lotta di liberazione nazionale è in’ultima analisi lotta di classe”.
In questo contesto potrebbero trovare espressione anche molte istanze tese all’autodeterminazione di diverse “nazioni senza stato”.
Istanze che avrebbero un effetto dirompente anche sulle politiche coloniali degli obsoleti stati-nazione: ma in un quadro costruttivo, in una prospettiva di ridefinizione di un vasto campo antimperialista; non ovviamente nel quadro di una strategia americana per la disintegrazione dei propri possibili antagonisti sul piano capitalistico: come il regionalismo –federalistico liberista, tanto per capirci.
E’ nostra convinzione, infatti, che il problema della liberazione sociale dai rapporti di produzione capitalistici non deve lasciare sullo sfondo, irrisolto, quello della liberazione nazionale dal dominio imperialistico.
Quest’ultimo, si badi bene, assume valenze differenti, ma non prive di decisive connessioni, per i paesi «non centrali» del sistema geopolitico occidentale/capitalistico, da un lato, e per quelli più direttamente dominati da quest’ultimo (e in particolare dal paese «centrale» del sistema cioè gli Stati Uniti d’America) dall’altro.
La liberazione nazionale (che ha in vista la costruzione di una nazione indipendente) è da noi concepita come passo per la liberazione sociale , e non certo come volano per un rafforzamento delle classi dominanti nazionali, per cui, in definitiva, la posizione «nazionalitaria» progressiva e libertaria si contrappone senza ambiguità ad ogni visione reazionaria o borghese della questione nazionale, e ha per scopo la costruzione di un vero internazionalismo tra popoli liberi per la costruzione del socialismo
Da queste considerazioni abbiamo, quindi, dedotto in modo chiaro , naturale e consequenziale quello che avevamo già abbozzato anni addietro, e cioè il fatto che il fascismo sin dal suo affacciarsi sulla scena politica italiana sia stato un chiaro fenomeno nazionalista e social-imperialista, nato all’interno delle esigenze della classe dominante italiana negli anni venti, come strumento “emergenziale” per fare fronte alla crisi economica del primo dopuguerra ed all’insorgenza delle classi popolari come protagoniste dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917.
In quest’ottica si dispiega , infatti, in tutta la sua chiarezza, la precisa scelta “interventista “ di Mussolini che assume con questa scelta la responsabilità di interpretare la volontà della neonata borghesia imprenditoriale italiana di esercitare un ruolo nel ridisegnamento degli assetti economici e militari in Europa.
Ci teniamo a precisare, infatti, che queste conclusioni non sono state il frutto di un “illuminazione sulla via di Damasco” ma di un serio e meditato percorso di approfondimento ed analisi.
In questo senso anche il fenomeno “sansepolcrista” è da noi ritenuto chiaramente un diversivo di tipo “populista” che è stato utilizzato lo spazio di un mattino, per irretire le masse popolari allora organizzate in un forte Partito Socialista e che già nel 1920 si rivela essere un espediente teso a reprimere il movimento operaio, in particolare attraverso le squadre finanziate ed organizzate dagli agrari con la complicità del potere monarchico che troveranno la sola opposizione armata degli Arditi del Popolo al ricordo dei quali abbiamo dedicato molti articoli e recensioni.
Il sansepolcrismo, abbandonato subito dagli onesti sindacalisti rivoluzionari, uno per tutti De Ambris –che già nel 1920 ne denunciava il carattere “conservatore ed antiproletario”– è la “maschera socialistoide” che il fascismo abbandona immediatamente, per proporsi già nel 1921-1922 come Partito d’ordine e di sicurezza per il potere borghese e la Monarchia sabauda.
Il regime fascista del Ventennio, dal canto suo, ha coerentemente espresso la sua politica capitalista attraverso il corporativismo, vero e proprio tentativo di eliminare il conflitto di classe tra capitale e lavoro a favore del primo, e la repressione di ogni tentativo di organizzare la classe operaia con le leggi liberticide e la feroce persecuzione attuata nei confronti dei comunisti.
Sul piano internazionale, ha perseguito una politica di espansione colonialista ed imperialista necessaria ai piani di espansione del capitalismo italiano (Eritrea, Libia Albania, Jugoslavia…) e l’alleanza con il nazismo che ha portato l’Italia ad intraprendere una guerra disastrosa in piena collaborazione con l’aberrante ideologia razzista hitleriana, in questo accentuando il nazionalismo espansionista prefascista sino al parossismo mitologico della Nazione, paravento degli interessi capitalistici della borghesia italiana.
Dopo l’8 settembre e lo sbandamento del Regime, la sudditanza militare del fascismo al nazismo hitleriano diventa evidente con l’invasione e l’occupazione tedesca del paese, e il tentativo di verniciatura “socializzatrice” che il fascismo compie non attenua, di fatto, il carattere conservatore e filocapitalista dello stesso, ma ne esalta, al contrario, l’opportunismo politico.
La collaborazione con l’occupante tedesco pone, inoltre, un’ulteriore aggravante a carico del fascismo : quello di essersi dimostrato un regime che non ha esitato a mettere a repentaglio l’indipendenza nazionale, rispristinata solo grazie alla lotta partigiana capace di unire la lotta per il Socialismo con quella per l’indipendenza dall’occupante in chiave antimperialista.
La storia del neofascismo comincia, infatti, proprio a Salò, con l’intervento dei servizi angloamericani e delle strutture parallele della NATO, interessate al sorgere di un Partito, come il MSI, che fosse oggettivamente filoatlantico e filoborghese da utilizzare in funzione anticomunista, compito che ha svolto appieno sino alla sua trasformazione in Alleanza nazionale.
Il MSI, al di là della sua contraddittoria ed ambigua propaganda giovanile, ha sempre scelto il campo dell’imperialismo filo-USA, sin dal voto a favore dell’ingresso nel Patto Atlantico nel 1952, e ha sempre svolto il duplice ruolo di irretire migliaia di giovani con visioni romantiche e sentimentali di un fascismo mai esistito nella realtà, e di indirizzarli in veste di “truppa di complemento” contro partiti ed organizzazioni della sinistra.
Il giudizio sul neofascismo nel suo complesso, e nel suo dipanarsi nei 50 anni dal dopoguerra ad oggi, non può che essere totalmente negativo : la sua funzione è stata controrivoluzionaria e oggetto delle più ignobili infiltrazioni di poteri forti e di trame pilotate da servizi segreti ed apparati della NATO .
Oggi il neofascismo, tenta la riabilitazione come catalizzatore di estrema destra di istinti xenofobi ed anti islamici, ancora una volta incoraggiato e sostenuto da partiti della destra istituzionale allo scopo di svolgere la medesima funzione svolta negli anni Settanta , stavolta in chiave antiaraba. Ieri per la DC, oggi al servizio di AN e la Lega.
Quel che deve preoccupare oggi, non è tanto la consistenza del fenomeno in termini aggregativi, ma il fatto che certe “parole d’ordine” o strategie politiche di quell’area siano solo l’esasperazione estremistica di pulsioni presenti in ampi strati reazionari del centrodestra .
La lotta contro questi fenomeni deve avvenire, secondo noi, sul piano politico e culturale smascherandone il falso antimperialismo, che è assolutamente contraddittorio con le loro posizioni anti-immigrazione e anti islamiche, e un antiamericanismo parolaio che è seriamente inficiato dalla nostalgia di un “imperialismo europeo” concorrente, in nulla anticapitalista e democratico, ma poggiante su “comunità organiche” dal sapore evoliano e medievale .
Deve far riflettere molto i comunisti che giovani proletari si sentano attratti da queste tesi deliranti e che le formazioni di estrema destra peschino in un bacino tradizionalmente operaio e proletario nelle grandi città.
Su questo noi crediamo che l’intervento degli antimperialisti ed anticapitalisti coerenti e non irretiti dalla sinistra imperiale e borghese può fare molto, perché solo con un approccio culturale e politico credibile antimperialista e di classe si possono strappare i proletari alle sirene dell’estremismo di destra .
Queste sono le nostre posizioni sull’argomento, ed esse sono ormai “patrimonio genetico” di tutti quelli che animano “Socialismo e Liberazione” in una coerente e rivendicata collocazione anticapitalista, antimperialista, comunista e nazionalitaria .
Siamo lieti con la richiesta di aderire al Campo, di aver potuto ancora una volta spiegare le nostre posizioni, sperando di aver chiarito ogni dubbio residuo, , convinti come siamo di poter dare un valido e fattivo contributo allo sviluppo delle tesi e dei programmi del Campo stesso.
Saluti antimperialisti ai compagni del Campo.
Maurizio Neri per Socialismo e Liberazione
[...] suoi compagni su facebook si scatenano contro la malcapitata Angela Scaparro e sul loro blog contro Evangelisti, mentre Socialismo nazionale e Gerarchia sono realtà di “fascismo di sinistra” [...]
Continua la bagarre per le stronzate scritte dallo scrittore inquisitore-pazzo-medioevale-dirittid’autoreMondadori[=berluscones] …
Dunque, Evangelisti prende i soldi da Mondadori [tanti?] e si inventa un nemico inesistente, senza attaccare la Grande Finanza, la Grande Editoria, Gli organismi globali che impazzano devastando i territori [esattamente come la Fiat].
Ecco, sono in grado anch’io di comporre inquietanti teoremi, e forse ancor più realistici e credibili di quello sciorinato da Evangelisti in “Su la testa”.
Per quanto riguarda l’attivissimo Valentino, che pone tutta una serie di questioni, gli faccio notare che non sono i scriventi a “farsi usare” dai soliti poteri forti, ma è lo stesso Evangelisti con codazzo di rifondaroli AD ESSERE TOTALMENTE INTERNO A QUESTO SISTEMA.
Infatti, lui si guarda bene dall’attaccare quello che dovrebbe essere il NEMICO PRINCIPALE di ogni vero anticapitalista, ma inventa nemici inesistenti per distrarre l’attenzione degli ingenui.
Per quanto riguarda specificamente Rifondazione, ricordo che l’impagabile Paolo Ferrero ha recententemente dichiarato che in autunno si occuperà dei problemi degli operai … e durante l’estate no, con gli attacchi della Fiat anti-italiana che si susseguono ininterrotti? Ma forse Ferrero deve andare in vacanza per agosto, a rilassarsi, e poi si vedrà …
Per ora ho detto.
Eugenio Orso
Leggere l’ultimo intervento di Orso e impararselo a memoria.
Qui con il perenne confronto (finto) fra destra e sinistra si perde la visione del VERO NEMICO
Prima di tutto vorrei ringraziare i signori Neri e Orsi per le loro risposte. Mi scuso se non sono stato “attivissimo” e poco celere nel rispondervi.
C’e’ stato il weekend di mezzo, si rinizia con il lavoro, e la risposta e’ un po’ lunga, se avete pazienza.
Comunque mi sembra che abbiate dato delle risposte molto piu’ esaurienti nei vostri commenti che negli articoli (questo e l’altro) contro Evangelisti, almeno per chi come me voglia capire davvero con chi si ha a che fare.
L’articolo di Evangelisti e’ al dire il vero un po’ raffazzonato o con collegamenti forzosi e me ne sono accorto subito.
Il fatto innegabile e’ che pero’ c’e’ davvero un area ambigua di fascisti che continuano a giocare la carta “sociale” (scopiazzando temi del socialismo e del marxismo, proprio come il fascismo ha fatto sin dalle origini), nel farlo parlano di superamento della destra e sinistra in una nuova (finta) opposizione (cosa che il fascismo ha fatto fin dalle origini per appiattire il conflitto tra classi meno agiate e classi dominanti e portare le masse al reazionarismo piu’ puro), si parla poi spesso della “carta geopolitica” che sarebbe da antemporre al conflitto di classe a livello locale.
Mi pare che non ci siano dubbi sul fatto che qualcuno fa volutamente confusione tra socialismo e fascismo.
Qualcuno e’ davvero fascista e pure questo mi pare fuor di dubbio.
Sinceramente non e’ la prima volta che vengo sul vostro sito e avevo gia’ apprezzato l’articolo “Eurasia: un mito da sfatare” da comunitarismo.it (letto qualche mese fa e ora mi accorgo che e’ proprio di Maurizio Neri), gia’ questo mi sembrava distinguervi bene dai molti “Eurasiatisti-Comunitaristi” che a mio parere fanno confusione di proposito tra fascismo e socialismo (Comunita’ di avanguardia, CPE, Sinistra Nazionale e Rinascita per esempio) e mettono sempre in secondo piano il conflitto di classe e il superamento del capitalismo, esaltando invece il concetto della statalizzazione dell’economia sotto uno stato piu’ o meno autoritario e gerarchico (si puo’ benissimo mantenere l’attuale stratificazione sociale e l’attuale sistema capitalista nel farlo).
Data questa situazione l’articolo di Evangelisti per quanto impreciso ha secondo me il pregio di mettere sul chi va la’ chi vuole invece davvero opporsi al capitalismo e all’imperialismo e serve, per chi lo legge, proprio per cercare di fare distinzione tra chi e’ un fascista travestito, o chi il cambio l’ha fatto davvero, o chi e’ ancora un po’ confuso e sparge confusione (ognuno poi puo’ fare benissimo questi distinguo da se’, senza seguire per forza Evangelisti o senza farsi manipolare dai fascisti “entristi”).
A mio parere si sarebbe dovuto rispondere semplicemente facendo chiarezza su questo punto (chi e’ fascista? chi e’ comunista?), o sul perche’ non si volesse perdere di vista il quadro geopolitico mondiale (che volge al multipolarismo offrendo alternative e esempi importanti come i paesi dell’ALBA, ma non certo l’Iran, per quanto possiamo denunciare le infami politiche di USA e Israele volte alla preparazione della guerra, e le squallide manipolazioni contro questo paese), mantenendo pero’ chiara la maggior importanza della lotta di classe nel quadro sociale locale e nel quotidiano.
Nel rispondere ad Evangelisti non si sarebbe dovuto dimenticare che questo e’ uno scontro di nicchia, tra realta’ di nicchia. (Bisogna essere realisti).
Ai pochi che si interessano, come me, che leggono un po’ da tutte queste fonti minoritarie, cercando pero’ sempre di capire dove si va a parare e quali sono gli scopi degli autori, quali sono le nature delle loro analisi, e se eventualmente bisogna solo considerarne i dati nudi e crudi citati e poi buttare via tutto il resto delle loro conclusioni (questo faccio e quindi non ho problemi a leggermi anche il peggior giornale reazionario o cripto-fascista).
Appunto, con questo tipo di approccio, a me ad altri poco interessera’ un attacco diretto ad Evangelisti. Invece mi interessera’ sapere chi sono davvero le persone che attacca e vedere se queste persone riescono a fare chiarezza sulla loro posizione, e in che modo lo fanno.
Invece mi pare che ci sia stata una risposta isterica da un po’ tutte le parti in questione, se non per alcuni addirittura l’occasione di attaccare ancora una volta i comunisti e con loro le idee comuniste e socialiste (gia’ questo dice molte cose) e di farsi un po’ di pubblicita’ (alcuni cercano di sfruttare la situazione visto che non contano nulla fortunatamente).
In molti casi non e’ stata fatta per niente chiarezza e col preciso intento di non farla per continuare a confondere le acque.
Mi sono letto un po’ tutte le risposte e alcune sono chiaramente in malafede.
Prendete Arianna editrice, la descrizione che ne fa Evangelisti e’ “Arianna pubblica testi di medicina alternativa, libri su cospirazioni varie, saggi sulla decrescita e su forme di illuminazione interna, pamphlet contro il “signoraggio bancario”. Diffonde quotidianamente un bollettino in rete, in cui hanno ampio spazio il negazionismo dell’Olocausto, le tesi sul superamento delle distinzioni tra destra e sinistra, la geopolitica di impostazione “eurasiatica”.”
E’ forse non vero?
Ad Arianna editrice sono di casa alcune ricostruzioni reazionarie e fasciste della storia (basta leggere la sezione articoli di storia e controstoria), nonche’ un certo complottismo cosi’ caro ai fascisti.
Per una volta il complottismo e’ andato in senso contrario e ad Arianna editrice la cosa non e’ andata giu’. Pero’ Arianna rimane quello che e’: molti buoni articoli ma anche molta robaccia.
Oppure Corsus Honorium, di cui purtroppo appaiono le risposte anche qua, e che e’ chiaramente un fascista a cui piace accostare Lenin a Mussolini. L’intento e’ cercare di dipingere il fascismo come una dottrina “socialista” e “comunista”. Mentre chi e’ davvero anticapitalista sa benissimo che l’unica maniera in cui e’ sensato ricordare Mussolini non e’ accanto a Lenin, ma appeso a Piazzale Loreto, cosi’ come il popolo nella sua rabbia infine aveva voluto vederlo. Mentre Lenin e’ ancora li’ nel suo mausoleo stimato e rispettato da tutto il suo popolo e in tutto il mondo. Mussolini era il servo del capitale, Lenin ne era il terrore.
Per non parlare di Tassinari, il difensore di Casapound. Da uno sdoganatore di fascisti mi posso leggere i dati di critica all’articolo di Evangelisti, ma per il resto so benissimo qual’e’ il suo ruolo: legittimare il fascismo e il neofascismo e distruggere qualunque tentativo di opposizione al modello unico economico e di pensiero neoliberista.
Di Militia di Como, mi importa ben poco sapere che non sono gli stessi Militia di Roma. Quello c’ero arrivato gia’ da solo mesi fa. Pero’ mi basta sapere che condividono molte analisi con i Militia di Roma, come loro stessi ammettono.
Sono fascisti o anche neo-nazisti (sai che differenza). Questo mi basta di sapere, e quindi dei loro piagnistei sull’articolo di Evangelisti non posso che riderci sopra.
Rinascita e Gaudenzi sono e continuano ad essere ambigui e seppure posso trovare interessanti notizie di politica estera, per qualunque altra notizia che riguarda l’Italia o articoli di carattere sociale o storico non posso che leggere con i dovuti accorgimenti.
Come hanno scritto sul loro forum collegato a http://www.sinistranazionale.it , fascisti sono e fascisti rimangono, anche se “rossi”. Non solo: difendono Craxi (hahahaha) per Sigonella e si inventano un Berlusconi difensore della sovranita’ ed indipendenza italiana (hahahaha).
Gaudenzi ai tempi di Lotta di Popolo, gia’ aveva provato il suo tentativo di “entrismo” e cancellazione delle differenze tra “nazionalismo fascista”, falsamente socialista e veramente reazionario, e “socialismo internazionale” (prendete Che Guevara).
Negli anni ’70 non ci riusci’ per l’opposizione continua della sinistra extraparlamentare. (Guarda caso in quegl’anni i fascisti “rossi” o “neri” che fossero, prendevano sulla strada sveglie su sveglie, e il partito comunista cresceva ad ogni elezione. Questo magari a qualcuno fara’ capire come ragionano, in parte, le masse e perche’ e’ fondamentale non dare nessuno spazio alle ambiguita’ fasciste e nessuna concessione sui punti fondamentali.)
Negli anni ancora continuano i tentativi di Gaudenzi, non si capisce se per confusione mentale, o proprio perche’ alla fine la sua idea di umanita’ e’ fascista e basata sulle gerarchie sociali, o ancora perche’ quella solo e’ la sua funzione: fare confusione.
Nonostante cio’ Gaudenzi mi piace ricordarlo come era nel ’68, accanto agli studenti comunisti negli scontri con la polizia a Valle Giulia e contro i missini a Legge. Il poveretto pero’ sembra ancora non aver capito che il ruolo del fascismo e’ e rimane quello: difensore della Reazione, delle classi dominanti, dello sfruttamento, del capitalismo.
L’MSI ai tempi lo sapeva benissimo, per cui non poteva che agire come ha fatto. Ancora adesso il PDL e Lega lo sanno, e agiscono come fanno (e senza nessuna opposizione dalla sinistra italiana, incapace di portare avanti una vera alternativa).
Gaudenzi e i suoi accoliti forse ancora non l’hanno capito: si vogliono inventare una fusione secondo loro nuova, ma gia’ fatta nel ventennio e nel Terzo Reich, e che e’ funzionale, appunto, solo ai reazionari e agli sfruttatori.
Di Lattanzio invece ho apprezzato molti articoli, ma le sue risposte scomposte sono pesanti e certamente non lo aiutano. Mi sembra molto probabile che Evangelisti si sia confuso coll’altro Lattanzio, quello che ha scritto su Comunita’ d’Avanguardia. Bastava dirlo.
Continuero’ comunque a leggere i suoi articoli o le sue interessanti traduzioni (ho apprezzato molto gli articoli sul PolPot non comunista e puppet USA, come anche l’articolo sul complottismo “NWO” di matrice paleo-conservatrice nordamericana), e scartero’ via quello che mi sembrera’ troppo ambiguo o insensato.
Gianluca Freda e’ un altro ambiguo. Nessuno l’ha messo in mezzo, ma non ha resistito e ha dovuto scrivere la sua sulla vicenda. (Si sara’ sentito chiamato in causa?)
Non mi pare fosse necessario. A meno che nella sua mente non volesse fare a gara con Evangelisti per l’articolo scritto piu’ a cazzo.
Nel frattempo sembra che la sua trasformazione verso il neonazismo stia finalmente raggiungendo la sua conclusione. Ma tanto di venir definito un neonazista poco gli importera’ visto che ormai ha completamente perso la nozione di cosa voglia dire “fascismo” e cosa “socialismo”.
Altre repliche come le vostre erano forse meno ambigue, ma apparivano non chiare al 100% (Si e’ comunisti o fascisti? Che tipo di collegamenti ci sono con gli altri citati da Evangelisti? Il punto del discorso era quello).
Non avendo il tempo materiale di approfondire, per velocita’, ho provato quindi a provocarvi, in maniera piu’ o meno educata, e vedere che ottenevo. Una mia opinione me la sono fatto e mi sembrate sinceri (di Maurizio ho letto anche su un forum socialismo XXI secolo, magari ce ne fossero come lui che dal fascismo si svegliano e passano al vero anticapitalismo e antimperialismo).
Si potrebbe dire che un conto e’ scrivere su Eurasia Rivista, che e’ un contenitore di autori di diverse tendenze politiche. E un conto e’ fare fronte comune con i fascisti al solo scopo di attaccare Evangelisti o RC-Liberazione, che poi sappiamo benissimo che i fascisti useranno questa scusa ancora una volta per sputare addosso al comunismo, agli ideali di cambiamento sociale e di superamento del capitalismo, o per stigmatizzare l’antifascismo dei giovani, colpevole di impedire l’unione generazionale tra rossi e neri.
Diciamo piuttosto chiaramente chi e’ fascista e chi e’ comunista. Bisogna distinguersi come si deve (Lattanzio nel suo isterismo alla fine e’ riuscito a dire l’unica cosa che davvero contava nel suo caso specifico: “Non ha MAI aderito ad associazioni, movimenti o partiti provenienti dal fascismo o dal neo-fascismo.”).
Poi questa e’ una opinione mia. Ognuno fa come vuole. Ma poi non vi stupite se si creano nuove situazioni alla Evangelisti, o se altri compagni vi guardano con sospetto.
E’ indispensabile fare chiarezza. Si e’ fascisti, e quindi reazionari e funzionali al capitalismo e alle classi dominanti, oppure si e’ “socialisti internazionalisti” (tanto per definire un denominatore comune), e quindi veramente anticapitalisti e con sinceri intenti rivoluzionari?
Chi non fa questa chiarezza e’ in malafede. A quel punto poco conta quello che si risponde al “perfido inquisitore” Evangelisti.
Come gia’ detto me ne importa poco delle critiche a RC o al PdCI o al PD, non mi riconosco in essi e non li voto.
Ancora una volta, dell’articolo di Evangelisti e dei link riportati, mi prendo quello che mi serve come faccio con tutte le altre fonti da dovunque provengano.
Poi sinceramente quando inizio a sentir parlare di superamento dell’antifascismo (cosa tirata in ballo da alcune repliche ad Evangelisti), allora li’ mi inizio davvero ad incazzare. Chi dice questo o e’ un fesso totale che non ha capito dove viviamo, o e’ un fascista, a volte mascherato, spesso no.
Se si e’ anticapitalisti si e’ per forza anche antifascisti. Se si e’ contro le ingiustizie si e’ anticapitalisti e di conseguenza antifascisti.
Se si e’ antiimperialisti si e’ antifascisti.
Piu’ importante della liberta’ d’espressione dei neofascisti e’ la giustizia sociale: l’unica cosa che puo’ dare la vera LIBERTA’, quella dal bisogno, dallo sfruttamento, dalla paura del domani.
I fascisti e i neofascisti, in quanto strumenti ed espressione delle oligarchie capitaliste, vogliono impedire la giustizia sociale. Sono contro la vera liberazione umana.
Come si fa quindi a non essere antifascisti?
I neofascisti dicono che non e’ cosi’? Che anche loro sono per la giustizia sociale? E’ evidente che non hanno capito cos’e’ il fascismo.
Altrimenti avrebbero gettato Mussolini e Hitler nella discarica della storia, e sarebbero passati a Marx e Lenin.
E’ fondamentale battere la peste psichica fascista. Le strade vanno ripulite da chi si e’ lasciato ingannare dall’ideologia fascista, non necessariamente fisicamente (quello e’ l’estremo inevitabile se si viene attaccati), ma le loro menti vanno certamente ripulite da questa peste.
Si puo’ parlare di superamento dell’antifascismo solo quando la sua causa, cioe’ il fascismo, viene eliminata. Eliminato il fascismo, eliminato l’antifascismo.
Fondamentale e’ sapersi riconoscere, saper di poter contare l’uno sull’altro ognuno con le proprie differenze, sapersi distinguere dal nemico e dai suoi servi (consapevoli o meno che siano della loro condizione).
Certa confusione e’ solo funzionale al dominio capitalista.
Saluti comunisti
P.S. Dopo aver scritto tutto cio’ mi sono ritrovato a leggere il vostro http://www.comunismoecomunita.org/?p=1487 .
Una risposta cosi’ sarebbe stata la migliore fin dall’inizio per chiunque come me vi conosce solo attraverso internet passando per di qua saltuariamente. Adesso ho sicuramente un quadro molto piu’ chiaro di voi.
Allo stesso tempo e’ interessante notare che siete gli unici ad essere stati capaci di dare una risposta decente. Altri di cui sopra penso si siano rivelati per quello che sono.
In fondo il baygon spruzzato a casaccio da Evangelisti e’ forse servito a qualcosa.
Buon proseguimento di lavoro e scusate se ho scritto troppo.