Fenomeni storici di antagonismo nelle società umane precapitalistiche
lug 13th, 2010 | Di Eugenio Orso | Categoria: Dibattito Politico, Storiadi Eugenio Orso
Presento nel blog di Comunismo e Comunità la prima parte di un mio studio riguardante l’antagonismo sociale nel mondo antico scritto per il saggio Insurrezione e Rivoluzione [Lineamenti e tecniche per la Nuova Rivoluzione].
Fenomeni storici di antagonismo nelle società umane precapitalistiche
Parte prima: Greci, Romani e schiavi in rivolta
Un excursus storico esaustivo del fenomeno dell’antagonismo nelle società umane classiste precapitalistiche – con diretto riferimento al mondo dei Greci e dei Romani – richiederebbe, come dovrebbe essere a tutti ovvio, un libro a sé stante diviso in parecchi tomi, e quindi un’opera che non sarebbe esagerato definire monumentale, ma per gli scopi perseguiti dallo scrivente nella presente elaborazione sarà sufficiente indagare alcuni di questi fenomeni, i più significativi e noti dei tempi antichi, dall’epoca degli Elleni alla società romana, per dare un fondamento storico al discorso relativo a Insurrezione e Rivoluzione, introdotto nel primo capitolo, e soprattutto per fissare le necessarie discriminanti, culturali, sociali e politiche, fra i più antichi sommovimenti e le attuali prospettive insurrezionali e/o rivoluzionarie.
Sembra inevitabile partire, storicamente, dalla ben nota vicenda di Spartaco e del così detto bellum spartacium, altrimenti chiamato bellum servile, ossia dalla guerra del potere romano repubblicano del primo secolo avanti Cristo contro Spartaco e gli schiavi in rivolta che lo seguivano, un conflitto senza quartiere che ha generato un’ampia letterura a partire dal mondo culturale antico [Plutarco, Appiano, Livio, Sallustio, Fozio, eccetera], ponendo fin da quei tempi il problema dell’humanitas e del difficile, controverso rapporto fra i liberi e gli schiavi.
Si trattò sostanzialmente di una guerra breve, molto sanguinosa, costellata di saccheggi e di esecuzioni, i cui eventi sostanzialmente coprono il periodo dal 73 al 71 a.C., ma fu una guerra decisamente “atipica” per come si era sviluppata e drammatizzata, rischiando di compromettere il controllo delle élite del tempo sull’intera società, e si concretizzò in un aspro confronto non facilmente inquadrabile nelle tipologie classiche di conflitto allora conosciute e codificate dai cronisti, che portava inevitabilmente all’attenzione generale la condizione “servile”, cioè la condizione di schiavitù in cui era costretta una parte significativa del genere umano, affinché l’altra potesse prosperare ed evolversi.
Continua qui: Fenomeni storici di antagonismo nelle società umane precapitalistiche_Per Comunismo e Comunità
Interessante questa prima parte. Immagino che per il resto bisognerà comprare il libro. Vero?
p.s. la foto scelta non è proprio felice… lo so che non è “colpa” tua Orso.
X il compagno Catalano
A Comunismo e Comunità invierò anche altri capitoli, o parti significative di capitoli.
Nel prossimo futuro conto di proseguire con l’analisi storica, secondo il piano di lavoro che mi sono prefisso.
Come prossimo passo, analizzerò le rivolte delle plebi urbane e dei subalterni nell’impero romano, con particolare attenzione per la complessa crisi dell’impero del III secolo d.C., in cui si sono moltiplicate rivolte di subalterni nelle città [rivolte di liberi] che hanno messo in pericolo, anche fisicamente, l’aristocrazia.
Tali rivolte destabilizzanti si sono sovrapposte allo sviluppo della crisi economica e al fenomeno della prima invasione di barbari degna di questo nome. E’ chiaro che questi tre fenomeni sono “interdipendenti”.
Per quanto riguarda la cruciale questione schiavile/ servile nel mondo antico [ma gli iloti non erano concretamente assimilabili a veri e propri schiavi, anche se di proprietà pubblica e non formalmente privata?] ritengo che nasca, in primo luogo, dalla contraddizione [una sorta di "schizofrenia"?] fra il basso livello di sviluppo tecnologico e l’alto livello di sviluppo culturale e del pensiero speculativo “prescientifico” raggiunto, il quale ultimo non è certo neutrale rispetto alle attese di miglioramento della condizioni materali di vita [della classe dominante e dei liberi] e alla crescita urbana, che indubbiamente si è verificata dal VIII al I secolo a.C., alimentata da risorse crescenti provenienti dall’esterno e necessariamente [ a causa del basso livello tecnologico] dall’energia soggiogata del lavoro schiavile. Come si potevano sviluppare le forze produttive, all’epoca, se non con un crescente ricorso al lavoro schiavo e disumanizzato, svalorizzando culturalmente il lavoro ed inevitabilmente restringendo l’area dei diritti, la partecipazione politica alle decisioni comunitarie? Lo stesso Aristotele descriveva lo schiavo come oggetto che utilizza altri oggetti a vantaggio del libero che li possedeva. Il ricordato contrasto fra “soma” e “psyché” ben simboleggia la contraddizione che, a mio dire, connotava il mondo antico dei greci e dei romani.
Per quanto riguarda la foto, ricordiamoci che Spartaco ha imperversato dai primi anni sessanta nelle sale cinematografiche, a causa di Douglas [in foto?] e di Kubrik, ed è stato un film di successo con alti incassi ed alti costi di produzione … perciò la foto, pur non bellissima, non è peregrina.
Cari saluti
Eugenio Orso
Grazie per la risposta Baribal. Leggerò con piacere il resto. La foto di Douglas-Spartaco… stendiamo un velo pietoso.